L’Aied: “Tante donne nn vogliono più diventare madre”
L’Aied fa il punto della situazione commentando i dati relativi alle interruzioni di gravidanza nel 2023. Sono state 120 le richieste ricevute nello scorso anno di cui il 47% di straniere e il 53% italiane. La maggior parte proviene dalla provincia di Ascoli (36%) poi Macerata (30%),, poi Fermo e Ancona. La principale fascia d’età è quella dai 36 ai 40 anni, la maggior parte occupate e con una relazione stabile ma senza figli.Il 70& ha cercato di evitare una gravidanza con metodi scarsamente efficaci quali il coito interrotto o metodi dei ritmi alternati al condom con il 34%.
Come spiega la responsabile dell’Aied di Ascoli Tiziana Antonucci “Le donne si rivolgono a noi molto precocemente, entro la 7° settimana di cui il 40% entro la 5°. Ciò dimostra che le donne sono consapevoli di non volere una gravidanza, sono donne mature, che lavorano con relazioni stabile- spiega Antonucci- E’ un dato allarmante che ci fa riflettere sul perché le donne non vogliano essere madre. Forse non si sentono sostenute in questo ruolo, né dalla famiglia, né dal lavoro e nemmeno dalla società. Il lavoro delle donne è sottopagato, la famiglia non può essere d’aiuto, le non e spesso lavorano e non possono occuparsi dei nipoti, non c’è un welfare per l’infanzia. Se vogliamo combattere la natalità dovremmo seriamente adottare politiche a sostegno delle donne sia sul lavoro che di assistenza all’infanzia. Da quando c’è la pandemia facciamo consulenze telefoniche, le donne preferiscono non spostarsi e vengono qui se devono fare una prestazione sanitaria. Di queste donne, 1 non ha portato avanti l’interruzione di gravidanza, mentre di altre 4 non abbiamo avuto notizie- prosegue – Negli anni precedenti la media era questa, sulle 180 richieste annue. Molte non trovano la possibilità di non avere un’assistenza adeguata. Le donne non vogliono una maternità perché non ci sono le condizioni. Il lavoro non è sicuro e non dà garanzie».
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