La vendita online come un passaggio necessario: le storie di tre commercianti locali
ASCOLI – Abbiamo intervistato tre realtà storiche (nel settore moda-calzaturiero) picene. Gli abbiamo chiesto di raccontarsi. Il commercio online, secondo la loro esperienza imprenditoriale, sta diventando un canale necessario da intraprendere, tenendo sempre conto delle proprie disponibilità economiche.
Marco Di Sabatino, “Di Sabatino Abbigliamento”
“L’unica alternativa che abbiamo noi del fashion è l’online. Noi stiamo vendendo sul nostro sito web. Lo abbiamo creato noi ed abbiamo due persone fisse che si occupano di questo, coordinate da mio nipote Piero. Ci abbiamo investito tanto e ci sono voluti molti mesi di lavoro. C’è un gestionale che coordina tutte le vendite: ogni capo acquistato viene automaticamente tolto dalla disponibilità di vendita nei nostri tre negozi. La piattaforma, poi, necessita di essere arricchita di contenuti: foto, descrizioni, prezzo calibrato rispetto al mercato… Abbiamo anche una società milanese che ci cura l’immagine. I volumi di vendita, anche leggendo le riviste specialistiche, sono in sofferenza. In una situazione normale avresti avuto bisogno di altri capi d’abbigliamento, pensando al cambio stagionale.Con questi due mesi di reclusione anche chi non era avvezzo alla tecnologia si è impratichito. Noi consigliamo a tutti di guardare questo fenomeno, il mercato sta andando in quella direzione. Questo discorso però non si improvvisa. Ci sono dei costi e degli aspetti da considerare: persone dedicate per questa modalità di vendita, la possibilità del reso, convenzioni con gli istituti bancari, la cura della logistica… Il commercio online è una cosa seria se lo fai in prima persona. Se un cliente mi acquista un prodotto sul mio portale deve avere la certezza che la sua carta di credito non sarà hackerata… Farlo su altri siti ti porta ad avere più servizi e tutele, ma anche delle commissioni aggiuntive rilevanti. Se lo fai bene ha dei costi come un negozio offline. Nel futuro i negozi saranno sempre più degli showroom, e dietro avrai dei magazzini che saranno molto più grandi di quelli attuali .”
Nicky Nardinocchi, “Renato Calzature”
“Il nostro e-commerce è ancora molto blando. Sull’online vanno gli articoli che hanno un brand molto forte. Io ci lavoro molto bene nella stagione dei Saldi. Noi abbiamo un outlet a Monticelli e due negozi – ad Ascoli e a San Benedetto del Tronto -. Oggi è complicato stare in piedi economicamente, speriamo che le banche e lo Stato ci diano una mano. Noi siamo attivi online da quattro anni. Vendo attraverso un gestionale, e lo dovrò necessariamente aggiornare per collegarlo ad altre piattaforme di vendita. La mia idea è quella di espandermi su più siti. Il mio sogno è quello di creare un canale di vendita virtuale per le nostre città. Io ho fatto la guerra coi miei genitori che sono dei vecchi commercianti. La vedono come una novità che non serve e che ha dei costi sensibili. Sotto Covid ho avuto un problema di magazzino. Ad oggi sto lavorando con quattro-cinque marchi. Queste vendite mi hanno permesso di pagare le utenze. Per me l’online è il futuro. Ho sempre pensato – da qui a dieci anni – che i piccoli commercianti avrebbero sofferto. Chi non comprendere che sarà necessario cambiare rotta sarà costretto a chiudere. Nelle grandi città ci sono solamente vetrine (al posto dei negozi tradizionali) con tutti i codici dei prodotti… La piega è presa ed è quella. Chi è imprenditore deve essere bravo a seguire le inclinazioni del mercato. Ancora molti commercianti non lo hanno capito. Sotto saldi io non vendo solamente in Italia, sta diventando una finestra internazionale.”
Maurizio Detto, “Detto Sante”
“Io ho iniziato a lavorarci seriamente tra il 2014 ed il 2015, quando ho stipulato il mio primo contratto di spedizione. Prima facevo qualcosa di sporadico, ora è diventato qualcosa di sistematico. Amo pensare che andremo avanti con le innovazioni, mantendo le solide fondamenta del passato. Non puoi guardare al futuro senza sapere chi sei. Ho fatto un report per DHL: nel 2019 abbiamo fatto 110 spedizioni all’estero. Oggi ho inviato un prodotto in Spagna ed il nome di mio nonno è arrivato anche lì. Una storia che è iniziata nel 1935 con lui, un ciabattino di Monte Urano che ha iniziato fare scarpe qui. La mia idea di online inizia nel 2011, nel 2015 iniziano le prime vendite. Ho sempre fatto degli investimenti in base agli incassi che avevo. Oggi siamo arrivati ad essere venditori su Amazon, su Ebay e su Facebook. Ho iniziato anche investendo due o tre euro al giorno, ora tutto l’investimento di Marzo ed Aprile l’ho coperto con due o tre giorni di lavoro. Ad oggi Amazon è il mio canale di vendita più performante. Io ho sempre pensato che si doveva vendere anche sul web, senza impattare troppo sul margine. L’obiettivo attuale è rialzarli, cercando di veicolare traffico sul sito che dovrà tornare ad essere operativo. Prima non ero pronto – per lavorare col sito, ndr – e non potevo permettermi di mettere una persona che lo seguisse, così l’ho congelato. Nel frattempo ho studiato, investendo su di me, e mi sono formato. Per realizzare tutto questo dovrò fare tanti test, investendo tempo e denaro. Anche se mio padre è un vecchio commerciante, quando ha capito che l’online ci permette di andare avanti, ci si è lanciato fino in fondo. Lui, dal negozio, è diventato il mio braccio operativo. In tutto questo è bene evidenziare non solamente la parte bella dell’Internet: le truffe sono sempre dietro l’angolo. Una volta, ad esempio, ho perso il pagamento di una scarpa con l’annullamento di un bonifico, oppure ci sono dei pacchi che “spariscono” nel percorso logistico, oppure ci sono dei resi fatti con arguta malizia… L’e-commerce è una bella possibilità che va’ coltivata con tempo e denaro, con i suoi pro ed i suoi contro.”
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