La Sentina devastata dalle mareggiate. La Regione Marche non stanzia fondi per proteggere la spiaggia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il mare avanza verso le Riserva Naturale Regionale Sentina. La burrasca degli ultimi giorni ha divorato decine di metri di spiaggia, travolgendo tutto quello che ha trovato sul suo percorso. L’erosione ha anche
riportato alla luce pezzi di mura e vecchi blocchi di cemento, dai quali sporgono pericolosi ferri arrugginiti. Abbiamo chiesto chiarimenti nel Municipio di San Benedetto del Tronto per sapere come stanno le cose e di chi sono le competenze. Quella che segue è l’intervista a Sergio Trevisani, direttore della Riserva Sentina.
Di chi sono le competenze sull’erosione costiera? Per quale motivo non vengono realizzate le scogliere frangiflutto?
“Le scogliere di fronte alla Riserva – spiega Sergio Trevisani – non sono contemplate dal vigente ‘Piano di difesa della costa’ della Regione Marche. Finché il piano stesso non verrà modificato, non sarà possibile effettuare alcun intervento. Da un anno e mezzo stiamo parlando con la Regione per avviare la sperimentazione con interventi di ingegneria naturalistica, ma l’assessore Sciapichetti ci risponde che non ci sono i fondi: è la Regione che deve finanziare”.
Se dovesse avanzare ancora, l’acqua del mare invaderebbe i laghetti di acqua dolce e danneggerebbe l’avifauna.
“Il mare – chiarisce Trevisani – distruggerebbe gli habitat costieri e il patrimonio edilizio storico, ossia la Torre sul Porto. Se dovesse arrivare una mareggiata straordinaria rischierebbe di raggiungere gli ambienti umidi, poiché non ci sono altre barriere e la conformazione geologica del terreno non opporrebbe alcuna resistenza”.
L’erosione costiera degli ultimi giorni ha riportato alla luce pezzi di mura e blocchi di cemento, dai quali sporgono pericolosi ferri arrugginiti. Chi deve occuparsi dello smaltimento?
“Dobbiamo considerare che molti anni fa la spiaggia della Sentina era posta molto più avanti rispetto ad ora di qualche
centinaio di metri. Dove ora c’è il mare si trovavano insediamenti agricoli. Ciò che viene scoperto dalle mareggiate sono
i resti di detriti abbandonati negli anni ’70 e ’80. La prima parte da nord della zona costiera della Sentina è di proprietà
privata: fu acquistata da imprese private con l’intenzione di realizzare strutture turistiche, poi l’area divenne Riserva protetta e quindi non più edificabile. Il Comune provvede ogni anno a rimuovere e smaltire il cemento, ma ce n’è sempre altro da
portare via. Finché la Regione non deciderà di risolvere il probema dell’erosione, continueranno ad emergere detriti”.
Avete verificato se tra i mattoni e il cemento vi siano amianto o inquinanti?
“Ci risulta la sola presenza di materiali inerti. Da uno studio effettuato recentemente, le falde idriche sotterranee non
presentano tracce di inquinanti”.