La danzatrice Laura Alfonsi presenta all’Uici di Ascoli Piceno la sua tesi di laurea dedicata alle persone con disabilità visiva
Un incontro fortuito, in occasione di alcune lezioni tenute ai campi estivi promossi dall’Unione ciechi e ipovedenti. E poi il bisogno, forte quanto la passione per la danza, di approfondire il lato terapeutico del movimento.
È nata così “Mi vedo dentro: danzaterapia per ciechi e ipovedenti e il ponte tra la danza e la danzaterapia”: la tesi con cui l’artista Laura Alfonsi si è laureata all’Accademia nazionale di Danza.
Laura Alfonsi è una danzatrice contemporanea originaria di Ascoli Piceno che si sta rapidamente affermando nel panorama internazionale della danza.
Grazie al suo impegno e alla sua dedizione, ha ottenuto numerose borse di studio e riconoscimenti che le hanno permesso di esibirsi in alcuni dei teatri più prestigiosi, arrivando a calcare il palcoscenico di New York.
La sua tesi offre un’analisi approfondita della danzaterapia applicata a persone cieche e ipovedenti, esplorando il legame tra danza contemporanea e terapia del movimento. Ed è stata presentata questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sede Uici di Ascoli Piceno e Fermo.
Presenti all’incontro, la danzatrice, la presidente Uici, Gigliola Chiappini, il Segretario, Margherita Anselmi, l’assessore comunale Anna Grazia De Nicola e la coreografa Tina Dance con cui Alfonsi, all’età di 4 anni, ha intrapreso il suo percorso formativo all’interno della “Miniera delle Arti”.
“La decisione di dedicare la mia tesi di laurea alla danzaterapia – ha spiegato la danzatrice – è stata ispirata sia da esperienze pratiche svolte nel campo estivo dedicato alle persone con disabilitò visiva, sia dall’amore per la mia bisnonna, diventata cieca a causa di una retinite pigmentosa. Il lavoro è strutturato in una parte teorica, che ripercorre l’evoluzione della danzaterapia e i contributi di figure chiave come Mariae Whitehouse e Maria Fux, e una parte pratica, che include esperienze dirette e testimonianze. La tesi evidenzia come la danza possa essere un potente strumento di inclusione sociale e di sviluppo della consapevolezza corporea, andando oltre i limiti imposti dalla disabilità visiva. Danzando bendata ho scoperto un legame più profondo con la mia persona. Quando mi bendo, mi ascolto di più”.
L’autrice propone pratiche come danzare al buio o a occhi chiusi per stimolare una percezione più profonda del movimento, ridurre l’ansia e abbattere le barriere psicologiche. L’approccio è supportato da riferimenti a studi psicologici e alla teoria dell’immaginazione attiva di Carl Gustav Jung, rendendo la ricerca interdisciplinare e ben contestualizzata.
“La tesi di Laura – sottolinea Tina Dance – sottolinea il valore della danza non solo come forma d’arte, ma anche come mezzo per il benessere fisico ed emotivo. Con l’auspicio che la danzaterapia non sia più marginalizzata a un determinato ambito della società, ma che sia un’arte accessibile a tutti”.
“La nostra Unione accoglie sempre con calore tutti coloro che vogliono capire il nostro mondo – ha spiegato Gigliola Chiappini, presidente Uici di Ascoli Piceno e Fermo -. Chi non vede vive molto la diffidenza nel muoversi e la danza è uno strumento eccezionale per abbattere questa diffidenza. La danza ci libera”.
“Mi piace molto quello che ha detto Laura Alfonsi – l’intervento di Anna Grazia De Nicola, assessore alle Pari Opportunità del comune di Ascoli Piceno -: che c’è chi non vede e chi non vuole vedere. E la seconda è una disabilità pari alla prima. Se con la danza riusciamo a sbloccare queste dinamiche credo che abbiamo reso un servizio molto grande”.
Margherita Anselmi invece ha posto l’accento sul valore aggiunto del lavoro di rete, di quanto “sia importante contaminarsi sul territorio e per il territorio”. E di come una esperienza comune come un campo estivo abbia portato a questo bellissimo risultato.
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