La Cna Picena traccia il bilancio del 2021: prospettive di crescita e opportunità da non perdere in vista del 2022
Parola d’ordine fiducia per la CNA Picena, che in vista della chiusura dell’esercizio 2021 si appresta a tracciare un primo bilancio degli ultimi 12 mesi proiettandosi verso le grandi sfide che attendono la piccola e media impresa del territorio già dalle prime settimane del 2022.
Nonostante la pesante eredità di un’annata caratterizzata da una serie di chiusure più o meno generalizzate che hanno inevitabilmente condizionato il tessuto economico nazionale e locale, il 2021 ha indubbiamente segnato il rilancio del sistema produttivo del nostro Paese. Grazie anche ai risultati raggiunti dalla campagna di vaccinazione, in un clima di maggiore sicurezza e tranquillità rispetto alle incertezze dell’anno passato, l’economia ha fornito risposte indubbiamente positive: il significativo rimbalzo a cui abbiamo assistito nel corso degli ultimi mesi non è stato sufficiente per compensare le drammatiche conseguenze sul piano economico dell’emergenza sanitaria scoppiata nei primi mesi dello scorso anno e tuttora in corso, ma i numeri di questo 2021 lasciano comunque ben sperare in vista di un 2022 da affrontare con la consapevolezza della necessità di una crescita costante e di un consolidamento sul piano economico.
La perdita di 27 imprese della nostra provincia negli ultimi 12 mesi non può non far riflettere su una situazione pandemica in continua evoluzione e sui rischi legati all’incremento dei contagi, ma tutela della salute e salvaguardia delle attività produttive devono necessariamente procedere di pari passo in un momento storico determinante per la ripresa economica del Piceno, un territorio profondamente segnato dal sisma del 2016 che solo da qualche mese a questa parte sembra aver imboccato la giusta direzione in ottica ricostruzione.
Oltre che alla grande professionalità delle nostre imprese e dell’artigianato locale, da sempre valore aggiunto del tessuto economico provinciale, buona parte del merito va riconosciuta alle misure e agli incentivi che negli ultimi tempi stanno offrendo un contributo concreto a chi, nonostante le difficoltà del momento, con impegno e dedizione continua a fare impresa per il bene di tutta la collettività.
È a questi imprenditori che bisognerà continuare a rivolgere l’attenzione anche nelle prossime settimane per non vanificare le occasioni offerte dai fondi del Pnrr e dalla nuova programmazione europea. A partire dai primi mesi del 2022 si aprirà infatti una stagione di importanti opportunità da non perdere, che il Paese dovrà necessariamente essere pronto a cogliere per proseguire lungo la via della rinascita economica e ripartire insieme grazie al sapiente mix di esperienza e innovazione che da sempre rappresenta il cuore pulsante della nostra imprenditoria.
«È fondamentale continuare a tutelare gli interessi delle piccole realtà locali – spiega Francesco Balloni, direttore della CNA Picena – calibrando ogni intervento in base alle necessità delle aziende. Insieme a progettisti ed enti locali, in queste ultime settimane stiamo cercando di ragionare sul tema dei finanziamenti previsti dal Pnrr promuovendo delle sinergie in grado di individuare la formula migliore per le nostre imprese».
Emergenza sanitaria a parte, misure non adeguate ai bisogni concreti del territorio, una burocrazia fin troppo stringente e il caroprezzi delle materie prime rappresentano le principali insidie di cui si dovrà necessariamente tener conto nella programmazione dei mesi a venire.
«Dobbiamo mettere le aziende nelle migliori condizioni per poter svolgere al meglio il loro lavoro – dichiara Arianna Trillini, presidente della CNA Picena -. I costi ormai spropositati e le difficoltà nel reperimento dei materiali rischiano di compromettere la ripartenza delle imprese del cratere, le stesse che la CNA di Ascoli ha sempre affiancato per poter dare una risposta concreta a chi dimostra quotidianamente passione, dedizione e attaccamento alla propria terra, virtù apprezzate anche dal neopresidente nazionale Costantini, che proprio per queste ragioni ha scelto il Piceno per la sua prima visita in azienda».
Per poter affrontare al meglio le sfide del 2022 sarà dunque necessario intervenire al più presto per normalizzare i costi delle materie prime e continuare a sostenere le imprese attraverso strumenti adeguati alle loro esigenze, compiendo così i primi passi indispensabili per ridurre al minimo l’incidenza dei fattori di rischio che al momento costituiscono le principali incognite per il mondo del lavoro che verrà, nella speranza di imboccare al più presto un sentiero di crescita robusta e duratura.
I dati dell’export regionale risentono decisamente delle dinamiche esportative del settore farmaceutico, in calo del 37,7% nel periodo gennaio-settembre 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020. In Italia, il calo dell’export del settore farmaceutico è ben più limitato (-7,6%).
Se si considera l’export manifatturiero delle Marche nei primi nove mesi del 2021 al netto del settore farmaceutico, le esportazioni marchigiane registrano una crescita nel 2021 del 24,9%, dunque superiore a quella dell’Italia dove la crescita dell’export al netto del settore farmaceutico è pari al +22,6%.
Tra le province marchigiane solo quella di Ascoli registra nel periodo considerato una dinamica negativa (-24,9%): è l’effetto del calo dell’export del settore farmaceutico, che si concentra nella provincia dove opera una nota casa farmaceutica multinazionale. Ricalcolando dunque la variazione dell’export provinciale al netto dell’export del settore farmaceutico, anche la provincia di Ascoli Piceno registra una decisa crescita tendenziale delle esportazioni nei primi nove mesi del 2021 (+12,4%).
Se non si considera l’export del settore farmaceutico, il primo settore per esportazioni al 2021 della provincia risulta essere il sistema moda (prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori), che però cresce solo del 2,9% rispetto all’export dello stesso periodo 2020. Anche Sostanze e prodotti chimici (terzi per importanza al 2021) crescono relativamente (+1,5%) principalmente per effetto del calo registrato da Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie (-6,9 milioni di euro), che è però più che compensato dalla crescita dell’export di Pitture, vernici e smalti, inchiostri da stampa e adesivi sintetici (9 milioni di euro).
Particolarmente significative sono le performance dei settori Apparecchi elettrici (17,8 milioni di euro), di Articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (12,3 milioni) e di Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (12,2 milioni).
Lascia un commento