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La Cna: “Due attività su tre non possono ancora iniziare i lavori di ricostruzione”
ASCOLI – Due attività produttive su tre e tre abitazioni su quattro, con danni pesanti o distrutte, non hanno ancora ricevuto il via libera per i lavori di ricostruzione.
E’ questo il bilancio più di tre anni nel post sisma nel Piceno in base ai dai che la Cna di Ascoli ha elaborato con la collaborazione del Centro studi della Cna regionale delle Marche.
“Ferme le attività produttive in loco e le imprese che dovrebbero lavorare a questi cantieri – commenta Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – con il risultato di un danno doppio per il territorio. Un danno sia per chi è ancora senza casa o senza possibilità di lavorare nella propria azienda originaria, sia per le tante piccole e medie imprese di costruzione che, come indicano i dati anche di quest’anno, continuano a chiudere i battenti a fronte di un notevolissimo potenziale di lavoro e commesse che potrebbero invece avere”.
Meno critica la situazione per i danni lievi e le richieste di delocalizzazione con, rispettivamente, il 46 e il 47,4 per cento delle pratiche non ancora evase. “Ma tre quarti delle abitazioni e due terzi delle attività produttive ancora ferme al palo – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli –Le zone montane rischiano ogni giorno che passa di sprofondare sempre più nel baratro della desertificazione. Dopo tutto questo tempo chi vorrà tornare? E tornare a casa ma senza servizi vicini o creando servizi ma senza case, quindi utenti e clienti, attorno? Siamo a un punto di non ritorno. Interventi urgentissimi o non ci sarà più tempo”.
E sul fronte della burocrazia la Cna di Ascoli confida sul nuovo “Bonus sisma” appena varato con decreto dal Governo. “Strumenti come l’autocertificazione – conclude Emidio Bernardini, del settore Costruzioni per la Cna di Ascoli – e la possibilità di avere un credito d’imposta fino all’85 per cento della spesa per adeguamenti sismici ed energetici. Per un territorio che ha ancora moltissime ferite e per le nostre imprese del settore costruzioni che da anni sono ferme al palo”.
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