“Io, Benedetta e le continue umiliazioni subite”

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Rabbia, amarezza, delusione. Sono questi i sentimenti che in questi momenti prova Marco Giorgi, un ascolano di 48 anni, padre di una figlia disabile di nome Benedetta. L’uomo ci ha voluto raccontare un episodio, che purtroppo a suo dire si è già ripetuto in passato, capitato alla sua famiglia nella giornata odierna.

Sono ancora qui a raccontarvi l’ennesima ingiustizia e umiliazione subita, sentirsi prendere in giro e sentirsi dire tante bugie. Ricordo che non è la prima volta che succedono questi episodi. Ieri sono stati lasciati a piedi in mezzo alla strada due ragazzi diversamente abili William e Davide che dovevano recarsi a scuola, questa mattina è toccato a Benedetta.

Prima del 7 gennaio mi chiama la signora  dei servizi sociali del Comune di Castel di Lama per prendere accordi in merito al trasporto che serve  a portare e riportare Benedetta da scuola. Ci dicono che è tutto ok. Successivamente richiamo in Comune per avvisare che Benedetta non sarebbe tornata a scuola il 7 perché stava poco bene e che avremmo avvertito quando sarebbe rientrata. Nel tardo pomeriggio di ieri abbiamo avvisato i ragazzi del servizio civile che questa mattina Benedetta rientrava a scuola. Stamane ci siamo presentati alla fermata, ma non arrivava nessuno. Abbiamo deciso, quindi, di chiamare il servizio civile, il quale ci risponde che non possono partire perché non hanno le disposizioni.

Inizio a fare mille telefonate, gente che si fa negare, il sindaco che non mi risponde, riesco a parlare con il presidente dell’unione dei comuni Valerio Lucciarini per metterlo al corrente di cosa succedeva, ma lui non è il responsabile. Nel frattempo mia moglie deve abbandonare il lavoro e tornare a casa a prendere Benedetta. Passa, però, prima in Comune e la signora dei servizi sociali si prende lei la responsabilità affermando che ieri pomeriggio era venuto fuori un problema.

“Ho dovuto lasciare parte del lavoro per dedicarmi a lei, che ne sapete che significa cambiare casa, accollarsi un mutuo per 20 anni per esigenze di Benedetta, che ne sapete voi che significa cambiare macchina per trasportare Benedetta e pagarla 26 mila euro, che ne sapete voi cosa significa non sentirsi chiamare papà e mamma, che ne sapete voi che significa organizzarsi anche per farsi la doccia per i problemi di Benedetta, che ne sapete voi dei miei problemi di salute e quelli di mia moglie, che ne sapete di tutti i tagli che la sanità ha fatto per i disabili.

Tutte queste bugie ci hanno stufato, purtroppo non si comprende il significato di avere una figlia in carrozzina che non parla e che non cammina. Noi abbiamo chiesto sempre ed esclusivamente quello che è un diritto di Benedetta e che è previsto dalla legge, nulla di più”.

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