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Infrastrutture, Confindustria scrive al Governo: “Nessun investimento per il Piceno”
ASCOLI – Il Presidente di Confindustria Centro Adriatico, Simone Mariani, e i Presidenti Associazione Nazionale Costruttori Edili di Ascoli Piceno e di Fermo, Massimo Ubaldi e Stefano Violoni scrivono al Ministro delle infrastrutture De Micheli lamentando nessun investimento nelle infrastrutture nel Piceno.
“Pur rallegrandoci dell’importante stanziamento di risorse nazionali previsto dal nuovo “Piano infrastrutturale” recentemente presentato nel corso degli “Stati Generali”, siamo costretti a constatare che per gli imprenditori e i cittadini del Sud delle Marche e del Nord dell’Abruzzo, da anni “territori imbuto” della costa Adriatica, non ci sia alcun motivo di esultare! E’ inaccettabile che nell’ambito dei 196 miliardi del Piano #italiaveloce ci sono interventi prioritari per il miglioramento di numerose strade, autostrade, ferrovie, mentre nulla sia stato destinato, ad esempio, al completamento della terza corsia dell’A14 o, meglio ancora, alla sua variante.Ci risulta, infatti, che ad oggi non sia stato previsto alcun investimento da Porto Sant’Elpidio a Pescara, tratto ormai sottoposto ad un transito che va ben oltre il livello di sostenibilità” dicono.
“Un percorso che come Lei ben sa, è impegnato quotidianamente da migliaia di persone e mezzi con milioni di tonnellate di merce: una “cerneria” fondamentale di collegamento tra il Nord e il Sud d’Italia. Una rete infrastrutturale, datata e fragile, con numerose gallerie e viadotti, per molti chilometri in sovrapposizione con la linea ferroviaria e con la SS 16, quest’ultima al collasso per via delle continue congestioni autostradali che costringono un pesante traffico in molti tratti di centri abitati costieri, centri storici e riserve naturalistiche”
“Siamo da anni in attesa di investimenti sulla rete ferroviaria, indispensabili per accedere all’alta velocità, e questo determina un ritardo nello sviluppo di tutte le attività del territorio.Sarebbe infatti superfluo ricordare i disagi vissuti a partire dal sisma, avendo Lei ricoperto il ruolo di Commissario straordinario alla ricostruzione del Centro Italia, come anche il dramma vissuto per mesi a causa del sequestro giudiziario dei viadotti autostradali; altrettanto inutile sarebbe richiamare i tanti progetti negli anni già discussi e che permetterebbero un significativo miglioramento dei trasporti anche nelle direttrici est-ovest, verso l’entroterra e verso Roma” spiegano
“Al contrario è concreta la possibilità che aumenti il divario che ci separa dal resto d’Italia e con esso l’effetto “imbuto” lungo la dorsale adriatica. A quanti altri morti, a quanti altri terremoti, a quante altre delocalizzazioni aziendali dovremo assistere, prima che qualcuno finalmente riconosca l’estrema urgenza di investimenti infrastrutturali in questo dimenticato tratto d’Italia? Senza una vera e propria “inversione di marcia” nell’allocazione delle risorse ci vedrà ancora per anni, lontanissimi dall’obiettivo dell’ora di distanza dell’alta velocità che il Suo Piano vorrebbe raggiungere” concludono.
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