Incidente di Monsampolo, Assumma (Onvus): “Atto criminale, ecco cosa rischia il conducente”
MONSAMPOLO – L’avvocato Piergiorgio Assumma, uno dei massimi esperti di omicidio stradale e lesioni gravi o gravissime – presidente dell’Osservatorio nazionale vittime omicidi stradali (Onvos) che da sempre aiuta famiglie e vittime per far valere i loro diritti – parla in merito all’omicidio stradale aggravato dall’omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza accaduto a Monsampolo, costato la vita a un ciclista di 59 anni.
“La fuga del conducente, normata dal 2016 dal nostro codice penale, è uno degli atteggiamenti più vigliacchi che si possano tenere. La stragrande maggioranza degli investitori in fuga si giustifica mediante la percezione di altre cause: “ho urtato qualcosa”, “pensavo di aver preso un animale”. Nella media delle reazioni umani, quando si colpisce qualcosa, sapendo, quindi, di aver danneggiato il veicolo, quantomeno, si scende per controllare. Anche se, i fuggitivi, non sanno bene che da lí a breve, quasi sempre, saranno rintracciati e identificati. La guida in stato di ebbrezza, come ho dichiarato già tante volte, è un atto criminale. Il guidatore 27enne in questo caso ha superato di molto il limite dei 1.50 g/l. Quando è stato identificato il suo tasso alcolemico era già di 1.49, considerando il tempo di circa mezz’ora da quando si è bevuto, tempo necessario al corpo per cominciare a filtrare l’alcol nel sangue. La pena cui va incontro l’investitore è da otto a dodici anni, con una pena che sarà aumentata da un terzo a due terzi, per via della fuga prevista dall’articolo 589 ter c.p., con una pena comunque non inferiore agli anni cinque” spiega
“E’ opportuno, anche qui come presidente di Onvos (l’ho ripetuto più volte) riformare il nostro codice di procedura penale per far sì che il prelievo coattivo del sangue diventi effettivo. Al momento non si può procedere, in tal senso. Il nostro codice prevede che i prelievi coattivi possano essere compiuti solo su peli, capelli o mucosa del cavo orale. Per il sangue ciò non è previsto, nonostante, non ci sia nessuna preclusione di sbarramento neanche da parte della nostra Costituzione. L’accertamento scientifico e certo dello stato di ebbrezza è una risposta necessaria che lo Stato e la giustizia devono darsi” dice Assumma
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