In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, anche ad Ascoli volontari in campo

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete del 14 novembre,

oltre 400 volontari coinvolti in 50 piazze italiane

Nel Piceno i volontari FID saranno ad Ascoli Piceno: Piazza del Popolo  e Centro commerciale Gabrielli – 17 Novembre

 

  • Oltre 400 volontari FID mobilitati saranno presenti nelle principali piazze italiane concentrati principalmente nel weekend del 16 e 17 novembre per sensibilizzare i cittadini sul diabete di tipo 1 e raccogliere fondi per la ricerca di una cura definitiva.
  • Presenti in 50 piazze italiane. L’elenco completo delle città è consultabile sul sito FID a questo link: https://fondazionediabete.org/fid-scende-in-piazza-per-la-giornata-mondiale-del-diabete/
  • Un impegno per la ricerca e la conoscenza: La FID finanzia progetti di ricerca innovativi per trovare una cura definitiva al diabete di tipo 1 e si impegna a diffondere informazioni accurate su questa malattia poco conosciuta. Sul sito della Fondazione Italiana Diabete (FID) è presente anche un negozio soldale online su https://fondazionediabete.org/il-negozio-solidale/

 

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, che si celebra il 14 novembre, la Fondazione Italiana Diabete (FID) lancia la sua tradizionale campagna di Natale, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sul diabete di tipo 1 e raccogliere fondi per la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1. Concentrati principalmente nelle giornate del 16 e del 17 novembre, ma attivi in alcune città fino all’8 dicembre, i volontari FID saranno presenti in oltre 50 piazze italiane con i loro banchetti, offrendo una selezione di prodotti solidali in cambio di una donazione minima. Presso i banchetti sarà possibile trovare, tra le altre cose, deliziosi panettoni e raffinati tartufi, perfetti per un gesto solidale in vista delle festività natalizie.

Ad Ascoli Piceno i volontari saranno presenti nel weekend del 16 e 17 novembre in Piazza del Popolo e domenica 17 novembre anche al Centro Commerciale Oasi Al Battente.

 

Nata nel 2009, la FID è l’unica fondazione in Italia interamente dedicata alla raccolta fondi per la ricerca di una cura definitiva al diabete di tipo 1. Gestita da persone che vivono con la malattia, la FID opera in modo autonomo e indipendente, destinando i fondi raccolti ai migliori istituti di ricerca e università impegnati a trovare una cura. Oltre alla ricerca, la FID si impegna nella sensibilizzazione, nell’informazione e nel supporto alle persone e alle famiglie con diabete di tipo 1.

La FID invita tutti a sostenere le sue iniziative e a contribuire alla ricerca di una cura per il diabete di tipo 1.

Per ulteriori informazioni, visitate il sito web della Fondazione Italiana Diabete:

www.fondazionediabete.org

FB: https://www.facebook.com/FondazioneItalianaDiabete;

IG: https://www.instagram.com/fondazioneitalianadiabete/

 

COSA È IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete di tipo 1, spesso confuso con il più diffuso diabete di tipo 2, con il quale però non ha nulla a che fare, è una malattia autoimmune, causata da un “corto circuito” del sistema immunitario, che scatena contro le cellule pancreatiche che producono l’insulina (beta cellule) degli autoanticorpi che le distruggono. La scienza conosce questo processo, tipico di tutte le altre malattie autoimmuni, come ad esempio la più nota Sclerosi Multipla, ma non sa ancora a quale causa si debba la sua origine. La malattia non è quindi oggi guaribile né prevenibile, anche se alcuni anticorpi monoclonali stanno dando i primi risultati nel rallentarne l’evoluzione in fase di esordio o nel periodo subito precedente.

L’unico modo per sopravvivere per le persone colpite è iniettare insulina molte volte al giorno, per tutta la vita. La terapia insulinica per un diabetico di tipo 1, il cui corpo non produce più insulina, è una delle terapie più complesse che esista in clinica, perché il fabbisogno è determinato da molti fattori diversi (non solo dal cibo ingerito ma anche, ad esempio, dal livello di attività fisica e dall’ansia anche solo per un compito in classe). Le dosi nella quotidianità – dopo un iniziale set-up con il diabetologo – vengono decise autonomamente dai pazienti e l’ormone esogeno, se iniettato in eccesso o in difetto, può causare svariate complicanze acute o croniche, tra cui il coma (per ipoglicemia o all’opposto per chetoacidosi diabetica) e la morte. Secondo gli studi più aggiornati, un diabetico di tipo 1 ha una aspettativa di vita di circa dieci anni inferiore rispetto alla media. La vita con il diabete di tipo 1 è migliorata incredibilmente grazie alla ricerca su farmaci e tecnologie (nuove insuline, sensori, microinfusori, pancreas artificiale), ma la malattia rimane inguaribile e di estrema complessità gestionale. L’esordio è spesso un trauma per famiglie e malati, nel 50% dei casi il diabete di tipo 1 infatti insorge nei bambini. In tutto i malati nel nostro paese sono tra i 200 e i 300 mila.

 

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