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Impianto produzione biometano a Force, presentato ricorso al Tar dopo l’autorizzazione della Provincia di Ascoli
In seguito alla diffida di qualche mese fa da parte di 20 comuni della Vallata dell’Aso per chiedere alla Provincia di Ascoli Piceno di interrompere l’iter autorizzativo dell’impianto produzione biometano a San Salvatore di Force, 19 di questi paesi hanno presentato formalmente anche il ricorso al Tar rispetto al via libera all’impianto arrivato dalla Provincia di AP.
Il tema è quello del possibile insediamento di un impianto di produzione di biometano tramite fermentazione dei rifiuti organici (forsu) nella Vallata dell’Aso, a San Salvatore di Force. La discussione va avanti da tempo tra proteste da parte della popolazione e dei sindaci, e prese di posizione di vari enti. E moltissime sono state le sollecitazioni già presentate alla Provincia dall’intera comunità interessata, che non hanno mai avuto risposta. Fra le maggiori preoccupazioni: le dimensioni dell’impianto, del tutto spropositate rispetto alle effettive esigenze del territorio con le conseguenti problematiche relative alla viabilità di tutta la Valle dell’Aso, oltre ai rischi per la salute che potrebbero derivare dai gas di scarico dei mezzi e dell’impianto stesso, e all’impatto economico sulle attività produttive preesistenti.
Ieri, venerdì 9 luglio, è arrivato l’ulteriore atto formale e deciso da parte dei tanti comuni contrari: il ricorso al Tar da parte di 19 paesi della Vallata dell’Aso per interrompere l’autorizzazione, arrivata dalla Provincia di AP, per la realizzazione dell’impianto tanto discusso.
I comuni promotori dell’iniziativa sono appunto 19, tra le province di Ascoli e Fermo (si è sfilato Smerillo rispetto all’atto formale di diffida precedente): Montalto delle Marche, Ortezzano, Montelparo, Altidona, Petritoli, Monte Vidon Combatte, Carassai, Montefiore dell’Aso, Montedinove, Rotella, Comunanza, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano, Monterubbiano, Monterinaldo, Campofilone, Lapedona, Moresco e Pedaso.
Comune capofila è Montalto delle Marche che ha dato l’incarico all’avvocato Ceruti per formalizzare il ricorso.
“Non abbiamo mai abbassato la guardia su quel progetto e abbiamo sostenuto fin dall’inizio che l’iter autorizzativo presentava diverse carenze, a partire dal mancato coinvolgimento del territorio. Ma ora che è arrivata anche l’autorizzazione da parte della Provincia di AP non potevamo che ricorrere al Tar e aspettare fiduciosi l’esito del ricorso”, dichiara Daniel Matricardi, sindaco di Montalto delle Marche.
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