Il Teatro delle Foglie inizia un proprio laboratorio nella Casa Circondariale del Marino

ASCOLI – Dal 5 febbraio, con cadenza settimanale e per 2 ore della stessa, inizierà questo laboratorio all’interno della Casa Circondariale del Marino. Buona adesione da parte dei detenuti,  ben quindici hanno spondaneamente aderito a questa proposta. Il tutto va’ vissuto, secondo il principio costituzionalmente garantito, del “reinserimentop sociale” e del recupero della persona.

Questa iniziativa va’ ad aggiungersi ad un vasto paniere di altre attivistà già presenti. Sono già attivi altri laboratori (bricolage e falegameria), piuttosto che quello – in collaborazione con le scuole di Ascoli e San Benedetto del Tronto – di “scrittura creativa” o le semplici attività sportive (calcio su tutte).

Per quanto concerne lo sviluppo della proposta presa in esame questa si svilupperà intanto come “presenza scenica”. I detenuti che hanno scelto questo percorso inizialmente svilupperanno tutto quello che concerne la parte tecnica. L’operatore, non nuovo ad attività all’interno del carcere, si troverà ad iniziare anch’esso questo cammino per la prima volta.

Abbiamo raggiunto telefonicamente la Dott.essa Sabatini, previa autorizzazione della direttrice, ci ha detto che ” i detenuti non vedono l’ora di iniziare. Abbiamo accolto con piacere le istanze di adesione a questo progetto che rientrano nelle molteplicità attività che proponiamo all’interno del Carcere”. Il laboratorio terminerà alla fine di Giugno.

Il Teatro delle Foglie rappresenta una realtà consolidata nel mondo del tetro sociale. Questa attività è promossa dall’associazione Betania con la Caritas Diocesana. e la Fondazione Carisap.
Lo scopo di tale operazione risulta essere quindi lodevole. Cercando di seguire i dettami del Ministero di Giustizia e perseguendo un benessere – come detto all’inizio potremmo parlare di “recupero” – psico-fisico di chi nella vita ha sbagliato. Al fine ultimo di recuperare una intrinseca dignità umana, quest’ultima troppo spesso dimenticata ed accantonata. In questo caso è l’arte che si fa’ tramite tra il contesto esterno e quello interno dell’istituto di pena, provando a tirar fuori tutte le altre inclinazioni umane.

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