Il progetto del comitato Salviamo il Ballarin presto in commissione?
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il progetto di “polmone verde” del comitato Salviamo il Ballarin potrebbe presto essere esaminato in commissione. E chissà, forse anche in consiglio comunale.
L’associazione ha intenzione di protocollare il progetto e chiedere un esame in commissione consiliare. Dopodiché, le valutazioni del caso potrebbero spostarsi anche in consiglio.
In ogni caso, secondo il comitato, l’amministrazione comunale avrebbe già deciso di bocciare tale progetto e di riutilizzare l’area dell’ex stadio per un campo da calcio. Invece, l’associazione presieduta da Fabrizio Marcozzi propone una palestra inclusiva a cielo aperto, dotata di percorsi fitness attrezzati e liberamente accessibile a tutti. L’ex campo sportivo verrebbe esteso fino all’affaccio sul mare, integrando le aree circostanti e gli edifici di proprietà comunale presenti nelle vicinanze. Per garantire la continuità, la ricucitura delle parti frammentate e superare la condizione attuale di una grande isola spartitraffico circondata dal traffico veicolare ad alta percorrenza si è pensato di modificare l’attuale assetto stradale, mantenendo la direttrice nord/sud su Via Morosini. La direttrice sud/nord verrebbe quindi spostata sullo stesso lato ovest con i due lacerti di muro vincolato con funzione di spartitraffico tra Via Morosini e il prolungamento di Viale Colombo.
A contestare l’operato dell’amministrazione comunale è anche parte della minoranza. «Giusto per essere chiari – dice Rosaria Falco – alla faccia della pianificazione partecipata, il Ballarin per questi geni sarà un semplice ennesimo nudo e crudo campo da calcio, probabilmente da far gestire ad associazioni private amiche o amiche di amici. In pratica in tutto circa 300mila euro per un’opera di finta messa in sicurezza e ripristino, per consegnarla ai privati? Nulla per la città, per gli altri sport, per il verde sportivo, per riqualificare e valorizzare tutta l’area fino alla spiaggia, nulla per mostre, eventi, bambini, disabili. Il nulla come loro. Appena spariranno spero si riprenderà in mano la questione con molta ambizione e lungimiranza».
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