Il problema delle barriere architettoniche in città. «Non siamo cittadini di serie B»
ASCOLI – Il problema delle barriere architettoniche è una questione da tempo al centro di diverse discussioni.
« Stiamo cercando di creare, insieme all’Amministrazione, di una sorta di operatore alla pari che cerchi di mappare tutte le criticità» dice Roberto Zazzetti de “La Meridiana Onlus”,«Anche con il progetto Smart City si proverà ad intervenire per rimuovere le barriere in città. Credo sia inutile fare le rampe d’accesso ai marciapiedi quando in alcune arterie come Via Benedetto Croce e in Via Napoli non sono installati i dissuasori» prosegue Zazzetti
« L’altro tema riguarda gli esercizi pubblici: il 90% dei bar, ristoranti e gelaterie hanno le barriere. Spesso dipende dai progettisti che non pensarono a questo aspetto, ma il costo per abbatterle va a carico degli esercenti ed è una spesa non indifferente. Saranno previsti anche interventi a Monticelli, nel piano di finanziamento delle periferie» prosegue Roberto Zazzetti. Un altro aspetto evidenziato da Zazzetti riguarda «Le troppe persone che ancora guidano con il telefonino: servono multa e rimozione dell’auto. Voglio fare anche un annuncio: la nostra onlus ha bisogno di aiuti altrimenti rischia la chiusura»
«Allo sportello bancomat in Via Tito Afranio era installata una barriera che ci impediva di utilizzarlo» spiega Velia De Regis dell’Aniep «La Fondazione Carisap, proprietaria del palazzo che è intervenuta presso la banca che ha fatto rimuovere la barra» spiega Velia De Regis, «Con il Comune abbiamo, da tempo, confronti molto positivi e molto aperti. Quello che tengo a sottolineare è che noi non siamo cittadini di serie B, ma non auguro a nessuno di poter subire queste situazioni: noi non ci dobbiamo sentire penalizzati per una diversità» dice « Noi vogliamo la nostra autonomia».
«E’ accaduto troppe volte che i familiari delle persone con disabilità utilizzano il permesso macchina in modo sconsiderato. Bisogna essere coscienti che il problema viene da dentro le persone» dice Luciano Gabrielli de “I Cirenei”, « C’è bisogno diun approccio diverso al tema della disabilità».
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