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Il primo Ospedale di Comunita’ dell’Ast di Ascoli e’ realta’. Avvio sperimentale propedeutico alle due strutture
Primo nel panorama regionale ad avviare la propria attività – dopo l’emanazione del Decreto ministeriale 77/2022 che definisce nuovi modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale e che è stato recepito dalla Regione Marche con la DGR 559 del 2023 – l’Ospedale di comunità (Os.Co) dell’Ast di Ascoli, da oggi martedì 4 giugno, è realtà. L’apertura avviene in modalità di sperimentazione sul modello strutturale e gestionale ed è propedeutica all’avvio dei due Ospedali di comunità che saranno realizzati, ad Ascoli e a San Benedetto, con i fondi del Pnrr. L’Os.Co è una struttura sanitaria di cure intermedie, gestito dalla sanità territoriale, con posti letto, che svolge una funzione di degenza intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero quando quest’ultimo non è più necessario perché ha risolto i problemi di salute acuti, ma il paziente non può ancora rientrare a domicilio per la presenza di problematiche socio-sanitarie, di recupero funzionale e dell’autonomia. Vi si accede attraverso l’attivazione del percorso di dimissione protetta, dopo che il paziente ha conseguito la stabilizzazione clinica.
L’Ospedale di comunità di Ascoli è dotato di 16 posti letto, è a gestione infermieristica, con supporto medico garantito da medici di assistenza primaria, con un organico di personale dedicato formato da 6 infermieri e 6 operatori socio sanitari gestiti da un coordinatore infermieristico. L’assistenza medica sarà possibile grazie ad un Accordo integrativo locale (AIL) siglato, nei giorni scorsi, all’interno del comitato aziendale della medicina generale che ha tenuto a riferimento le delibere regionali sulle cure intermedie. Sono una decina i medici di medicina generale che, finora, hanno dato la propria disponibilità a coprire turni di 4 ore al giorno e il servizio di continuità assistenziale notturna e festiva.
L’Ospedale di comunità è stato realizzato, con fondi aziendali necessari per adattare il reparto di degenza di pneumologia Covid allestito durante la pandemia, all’interno della palazzina del complesso dell’ospedale ‘Mazzoni’ costruita inizialmente con la funzione di reparto per le malattie infettive, all’epoca dei finanziamenti dedicati per Aids. Si tratta di un nuovo modello organizzativo a gestione infermieristica e l’Università politecnica delle Marche, in particolare il corso di laurea in infermieristica con sede ad Ascoli svolgerà all’interno dell’Os.Co uno stage formativo nel percorso di conseguimento della laurea.
“La scelta di attivare in maniera sperimentale una struttura di cure intermedie ad Ascoli – dice il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini – è parte di una programmazione sanitaria che ha tenuto conto della disponibilità di spazi già attrezzati e in disuso, dell’assenza nel capoluogo Piceno di una struttura con posti letto che agevolino le dimissioni dai reparti per acuti, essendo i posti letto di lungodegenza dell’Azienda collocati solo nell’ospedale di San Benedetto, dell’opportunità di arrivare pronti all’apertura delle strutture finanziate dal Pnrr e per promuovere una competenza specifica nel personale di assistenza. L’Ospedale di comunità amplia l’offerta di posti letto in termini di differenti livelli assistenziali e, quindi, risponde a diversi bisogni”. “La tempestività nell’attivazione – continua la Natalini – vuole rispondere a un bisogno provinciale per la stagione estiva ampliando la disponibilità di posti letto per acuti. Infatti, un migliore indice di rotazione dei posti per acuti mette a disposizione più letti, anche specialistici, per i Pronto soccorso, in particolare per quello di San Benedetto che, registrando un incremento importante di accessi per via dell’arrivo dei turisti, potrà avere maggiori disponibilità al ricovero nei reparti specialistici unici provinciali collocati all’ospedale di Ascoli”.
L’Assessorato regionale alla sanità sottolinea l’importante ruolo svolto dagli Ospedali di comunità nel fare da ponte tra strutture ospedaliere e territorio, andando a creare un anello fondamentale che garantisce la presa in carico delle persone che devono essere dimesse dalle strutture ospedaliere perché non più in fase acuta, ma che non possono ancora rientrare nelle loro abitazioni in quanto le loro condizioni di salute necessitano di una stabilizzazione. Con il progressivo invecchiamento della popolazione cresce il bisogno di assistenza alle fragilità: con questi presidi intermedi post acuzie si accompagnano le persone dimesse dagli ospedali nel percorso di rientro a casa e si supportano famiglie e caregiver.
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