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Il presidente di Confindustria Centro Adriatico Mariani: “Situazione su A14 è grave, bisogna risolverla subito”
ASCOLI – Il presidente di Confindustria Adriatico Simone Mariani si rivolge ai ministri dell Economia, della Giustizia e delle Infrastrutture per far migliorare la situazione sulla A 14, un tratto stradale in difficoltà
“E’ cosa nota che le Marche siano difficili da raggiungere sia per la peculiare morfologia del territorio che vede molti centri diffusi tra costa e colline dell’entroterra sia per lo svantaggio infrastrutturale accumulato negli ultimi decenni e che oggi si ripresenta come un’ulteriore tara per le realtà economiche. Un territorio che non ha avuto ancora il beneficio dell’alta velocità su rotaie, privo di una terza corsia autostradale come anche di un hub aeroportuale in grado di rispondere alle esigenze, non solo turistiche, ma anche imprenditoriali e di business. Ciò premesso, vi sono fattori a nostro avviso che non possono non essere valutati o taciuti e che si sarebbero dovuti tenere maggiormente in considerazione nella scelta operata dal G.I.P. del Tribunale di Avellino, pur comprensibile nel merito, di avviare un sequestro preventivo dei viadotti autostradali della A14” dice Mariani.
“Rispetto ad un periodo storico ormai passato in cui il pregiudizio di una tale scelta avrebbe inciso quasi esclusivamente sui costi di trasporto delle merci, cosa che produce comunque un danno importante per l’economia locale, oggi sempre più vi è un’evoluzione del sistema produttivo che vede i nostri distretti ormai aperti, con filiere sempre più ampie, con importanti connessioni a livello internazionale e dove la mobilità degli stessi collaboratori, clienti e fornitori è essenziale per la sopravvivenza delle nostre imprese e per garantire quella tenuta alla crisi che qui più che altrove morde” dice Mariani
“Ricordiamo, laddove ve ne fosse bisogno, che in questo territorio insistono due aree industriali di crisi complessa e un cratere sismico nel quale molte aspettative sono state già disattese in chiave di velocizzazione di investimenti pubblici per la ricostruzione. Riteniamo superfluo argomentare ulteriormente la nostra situazione che vede una continua fuga dei giovani, ma anche dei meno giovani, verso i grandi centri sempre più attrattivi di risorse professionali e di capitali. Anche superfluo sarebbe argomentare come il nostro centro studi abbia stimato già in diversi milioni di euro il danno conseguente alle ritardo nelle consegne, al maggior costo che si sostiene quando si rende necessario optare per un percorso sul versante tirrenico e quindi sulla A24, anch’essa fortemente interessata da lavori di adeguamento, anticipare tutte le trasferte del personale di almeno otto ore per garantire il rispetto degli appuntamenti, dei check-in aeroportuali, dirottando su tutti i percorsi alternativi possibili, fino al dover rinviare o annullare importanti appuntamenti di lavoro o peggio ancora le visite di buyers, scoraggiati dall’idea di dover affrontare un viaggio non più solo lungo, ma addirittura di durata indeterminabile. Ora sappiamo bene che tutte le azioni messe in campo sono frutto di una responsabile scelta finalizzata a limitare rischi di incolumità per gli utenti di quel tratto autostradale e non è nostra intenzione sminuire o delegittimare tale scelta ma è nostro dovere, nel rispetto delle attività economiche che rappresentiamo, far volgere anche la Vostra attenzione e quella di tutti gli organi competenti, su altri rischi o meglio su ben concreti danni che questa scelta sta comportando, e di cui non vi è alcun orizzonte temporale. Poniamo quindi fiducia nelle istituzioni che auspichiamo attivino qualsivoglia concreta iniziativa volta a limitare questi pregiudizievoli effetti, come ad esempio il dissequestro concomitante una importante limitazione nella velocità di transito sul tratto interessato con conseguente riduzione di rischio incidenti, purché questa arteria, l’unica ormai a garantire la vitalità del nostro territorio, rimanga il più e il meglio possibile aperta e percorribile senza i disagi che stiamo attualmente vivendo”.
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