Il partito Democratico chiede risorse e convenzioni per abbattere il costo dei test antigenici
Stanziare risorse e favorire convenzioni per lo svolgimento di test antigenici rapidi al fine di ridurre costi e disagi a carico dei cittadini e permettere la ripresa di attività ed eventi culturali, sportivi e ricreativi. A chiederlo è il gruppo assembleare del Partito Democratico con una mozione presentata in consiglio regionale.
L’obiettivo è facilitare, sia dal punto di vista economico che logistico, l’esecuzione del test per ottenere un green pass temporaneo ed evitare che il loro costo scoraggi la partecipazione di quanti non sono ancora vaccinati a manifestazioni che si svolgono in luoghi soggetti all’obbligo del certificato verde come siti culturali, mostre, cinema, teatri, spettacoli live, ma anche competizioni sportive, palestre, piscine, sagre, fiere e ristorazione al chiuso.
“Va da sé – spiega il consigliere Anna Casini – che la vaccinazione resti lo strumento principale e più efficace per proteggerci dal Covid-19 e che occorra continuare a compiere tutti gli sforzi possibili per immunizzare la maggior parte della popolazione. Tuttavia, in questa fase di transizione segnata dalla giusta introduzione dell’obbligo del green pass, chiediamo alla Regione Marche di mettere in campo un’iniziativa concreta per rispondere a una triplice esigenza: migliorare lo stato di salute psico-fisico dei cittadini che potranno riappropriarsi dei luoghi del benessere e della socialità, sostenere il rilancio di tante imprese che operano in questi settori, rafforzare il monitoraggio sanitario sulla circolazione del virus”.
“Tra l’altro – continua Casini – il decreto 105 varato dal governo lo scorso 23 luglio, prevede già che un protocollo d’intesa con le farmacie e con le altre strutture sanitarie per assicurare fino al 30 settembre la somministrazione di test antigenici rapidi a prezzi contenuti. Ma si può fare e si deve fare di più. Con questa mozione, il Partito Democratico intende impegnare la giunta regionale a seguire la strada tracciata già da altre regioni come il Friuli Venezia Giulia, che hanno messo a disposizione risorse aggiuntive a quelle statali per abbattere ulteriormente il costo del tampone”.
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