Il messaggio del nuovo Vescovo Gianpiero Palmieri alla Diocesi di Ascoli
l Santo Padre ha nominato Vescovo di Ascoli Piceno (Italia) S.E. Rev.ma Mons. Gianpiero Palmieri, finora Vescovo titolare di Idassa ed Arcivescovo Vicegerente di Roma, conferendogli il titolo di Arcivescovo ad personam.
S.E. Mons. Gianpiero Palmieri è nato il 22 marzo 1966 a Taranto, nell’omonima provincia ed Arcidiocesi Metropolitana. Ha frequentato il Pontificio Seminario Romano Minore e successivamente l’Almo Collegio Capranica.
È stato ordinato presbitero il 19 settembre 1992 per la Diocesi di Roma. Ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana.
Ha ricoperto i seguenti incarichi: dal 1992 al 1997 Vicerettore del Pontificio Seminario Romano Minore; dal 1992 al 1999 Vice Assistente Ecclesiastico Diocesano dell’Azione Cattolica Italiana; dal 1996 al 1997 addetto del Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e Catechesi del Vicariato di Roma; dal 1997 al 1999 Vicario Parrocchiale dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela; dal 1999 al 2004 Vicario Parrocchiale e dal 2004 al 2016 Parroco di San Frumenzio. Dal 2003 al 2005 è stato Rappresentante dei Vicari Parrocchiali del Settore Nord nel Consiglio Presbiterale; dal 2007 al 2010 Prefetto della IX Prefettura; dal 2011 al 2017 rappresentante dei Parroci del Settore Nord nel Consiglio Presbiterale; dal 2016 al 2018 Parroco e da giugno ad agosto 2018 Amministratore Parrocchiale di San Gregorio Magno. Dal 2017 al 2018 è stato Incaricato del Servizio per la Formazione Permanente del Clero.
Nominato Vescovo titolare di Idassa ed Ausiliare della Diocesi di Roma il 18 maggio 2018, è stato consacrato il 24 giugno successivo. Il 19 settembre 2020 è stato nominato Arcivescovo Vicegerente di Roma.
Inoltre è Delegato per il Diaconato Permanente, Presidente della Commissione Regionale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Laziale e Membro della Commissione CEI per il servizio della carità e della salute.
Ecco la lettera letta oggi dall’Amministratore Apostolico Domenico Pompili
Carissimi fedeli della Chiesa di Ascoli Piceno,
laici e laiche, presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, saluto tutti con affetto: la Pace del Signore sia con tutti voi!
Con voi saluto tutti gli abitanti della città di Ascoli Piceno e dei centri che sono nel territorio della Diocesi, che appartengono alla Provincia di Ascoli e a quella di Teramo. Vorrei che il mio saluto di Pace arrivasse a tutti, indipendentemente dalle appartenenze culturali o dal credo religioso, entrasse in ogni casa e raggiungesse la vita e il cuore di ciascuno.
Nel Vangelo, il saluto di Pace è rivolto dal Signore Risorto ai suoi discepoli riuniti nel Cenacolo, il mattino di Pasqua. E’ un saluto che sottolinea il dono che il Signore Gesù ci porta: la Pace. Ogni volta che celebreremo insieme la liturgia, dopo il segno di croce, vi saluterò in questo modo: “la Pace sia con voi”, e così il Signore Risorto si renderà presente in mezzo a noi, come avviene ad ogni celebrazione attraverso le parole di chi presiede.
Abbiamo tanto bisogno della Pace del Signore, ne hanno bisogno le nostre vite faticose, segnate dalle ferite del terremoto e della pandemia, ma nello stesso tempo bellissime, perché piene di desiderio di riscatto, di rinascita collettiva, di ripartenza comune.
Il Signore Risorto supera ogni muro, soprattutto quello della paura, ed entra nelle nostre case. In fondo la Pace che Gesù porta non è un’altra cosa da Lui: la Pace è il Signore che viene e consola, guarisce, libera, inquieta e … rimette in movimento, spinge in uscita.
Non vedo l’ora di camminare insieme, di conoscervi, di incontrarvi ad uno ad uno, famiglia per famiglia, per ascoltare le vostre storie e cercare insieme i segni del passaggio del Signore, i segni di quella benedizione originaria del Padre che riposa su ciascuno dei suoi figli.Non vedo l’ora di celebrare insieme l’Eucarestia, per ascoltare con un cuore solo la Parola di Dio, percrescere nell’essere un solo corpo attraverso lo spezzare il Pane; non vedo l’ora di abbracciare i presbiteri e i diaconi, trovando quella comunione e quell’intesa che ci permettano di agire come un unico strumento nelle mani dello Spirito di Gesù; non vedo l’ora di pregare con i religiosi e le religiose, per sentire che il Signore riempie il cuore e ci spinge a scelte radicali di sequela e di servizio ai fratelli.
Insomma, non vedo l’ora di vedervi per sperimentare semplicemente la gioia dell’incontro e per vivere insieme il cammino dell’essere Chiesa a servizio del regno di Dio nell’oggi.
Non è la prima volta che il Vescovo di Ascoli Piceno viene da Roma. In realtà anche sant’Emidio, pur originario di Treviri, esercitava il ministero sacerdotale a Roma e venne inviato a portare il Vangelo ai Piceni dopo essere stato consacrato vescovo da Papa Marcellino. Quindi, come vedete, la storia si ripete! Spero che perdonerete la mia “romanità” (e l’accento mi tradirà tante volte) sapendo che le mie origini sono nelle Marche, nella città di Camerino. Una parte della mia famiglia vive ad Ascoli.
Tante volte, in particolare da bambino e da ragazzo, sono venuto a passare qualche giorno dai miei parenti ad Ascoli. E così mi sono innamorato della vostra (e ora nostra) città. Ho passeggiato per piazza Arringo e piazza del Popolo, pregato e celebrato in Duomo, a san Francesco e a san Pietro martire; ho assistito da bambino alla Giostra della Quintana e fatto il tifo per il Sestriere a cui appartenevano i miei parenti (non vi dirò quale… per non essere di parte!); ho fatto scampagnate acolle San Marco e sono salito tante volte su Monte Vettore.
Voi sapete che il Vescovo è lo sposo della Chiesa Diocesana: per questo indossa l’anello! E’ il segno del Signore Risorto sposo della Chiesa. Allora mi sento come quegli innamorati che hanno a lungo osservato a distanza colei da cui sono stati colpiti nel cuore e che ora vengono allo scoperto per dichiarare il loro amore.
Allora questo è il mio primo biglietto d’amore. Quando celebrerò tra di voi e predicherò la Parola di Dio non farò altro che parlarvi dell’amore dello Sposo, dell’amore del Signore. Non che io conti niente: personalmente la mia unica dignità è quella di un peccatore a cui è stata usata misericordia. Ma proprio per questo sono autorizzato a parlarvi dell’amore di Dio, perché ho sperimentato sulla mia pelle quella misericordia che ti strappa da te stesso, ti rende “nulla” e ti “possiede”, e ti trasforma in segno dell’amore nuziale del Signore.
Come vostro fratello e padre, con voi discepolo e per voi sposo e maestro, vi chiedo con forza di camminare tutti insieme, in maniera sinodale sotto il primato della Parola di Dio, accogliendoci reciprocamente pur con tutti i nostri limiti e imparando a volerci bene. Lo Spirito Santo ci illuminerà sui cammini da intraprendere, la misericordia del Padre ci custodirà e sarà la nostra “casa”.
Ringrazio di cuore Papa Francesco che mi ha inviato tra voi. Sapete, finché si è vescovi ausiliari ci si sente più leggeri perché c’è un altro (a Roma il Vicario) a cui spettano le decisioni ultime; ma quando si diventa vescovi titolari, allora è un’altra musica, perché il peso è più forte. Ma lo porteremo insieme al Signore, per cui il “giogo è dolce e il carico è leggero” .
Ringrazio di cuore te, fratello vescovo Domenico. E’ passato un anno esatto dal conferimento del mandato di amministratore diocesano (dal 29 ottobre 2020 al 29 ottobre 2021), un anno in cui hai fatto tanto bene e dove le persone ti hanno voluto bene. Grazie anche da parte mia!
Saluto il vescovo Giovanni D’Ercole e gli chiedo di continuare a pregare per noi. Lo stesso chiedo ai vescovi che sono stati eletti da Dio tra di voi: il cardinale Giuseppe Petrocchi, i vescovi Stefano Russo, Piero Coccia e Francesco Marinelli. A Dio piacendo darò inizio al mio ministero episcopale tra di voi nella prima domenica di Avvento, nel pomeriggio del 28 novembre.
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