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Il Meletti è “Caffè letterario d’Italia e d’Europa”: conferita la prestigiosa targa
«Una soddisfazione non solo per gli amministratori del caffè storico più grande d’Italia ma per tutta la splendida città di travertino. Questo è il secondo di una serie di eventi che si terranno al Caffè Meletti. Si dirameranno come rami di un albero, a formare l’immensa chioma della cultura».
Così Anna Monini, direttore artistico del Caffè Meletti e vice presidente del Cda dell’omonima srl, ha salutato, anche per conto del presidente Longino Carducci, l’incoronazione dello storico locale a “Caffè letterario d’Italia e d’Europa”. L’evento si è tenuto nel pomeriggio di ieri, Giornata Mondale della Poesia, sotto l’egida dell’associazione Agape (Accademia Caffè Letterari d’Italia e d’Europa), che da sempre segue l’iter per questo tipo di riconoscimento.
Un partecipato happening, quello andato in scena nelle sale liberty del caffè, fondato agli inizi del ‘900, dalla duplice valenza.
Oltre alla consegna della targa che attesta l’inserimento del Caffè Meletti nella lista – di cui fanno parte, solo per citarne alcuni, l’Antico Caffè Greco di Roma e Le Giubbe Rosse di Firenze – si è tenuta infatti anche la presentazione di “Tra l’essere e l’apparire”, decima raccolta poetica di Antonio Lera, candidato Nobel nel 2020 e 2021, protagonista dunque nella doppia veste di presidente Agape e di scrittore.
«La scelta del Caffè Meletti nasce nell’ambito di questa avventura che da anni ormai ci porta in giro per l’Italia visitando luoghi dal fascino e dalla storia straordinari -aggiunge Lera-. È un piacere e un onore poter fregiare il locale di Piazza del Popolo di un titolo che ne arricchisce ulteriormente il prestigio».
La presentazione di “Tra l’essere e l’apparire” è stata coordinata da Franca Maroni (presidente del Centro Poesia Marche), affiancata da Alessandra Bucci (docente di lettere e scrittrice) e Laura Balestra (docente di materie letterarie e latino e scrittrice). La targa è stata realizzata dall’artista piceno Emidio Mozzoni, presente in sala.
«Un libro che risente molto del periodo attuale, della postura esistenziale che viviamo rispetto a questi due concetti -spiega Lera-. Si tratta di due cose che sembrano distanti tra di loro ma di fatto convivono in ciascuno di noi, immersi in una società così complessa, particolare e difficile, alla continua ricerca di qualcosa, piena di inquietudini e contraddizioni, che tende verso l’odio e verso l’amore».
C’era anche l’assessore alla Cultura del Comune di Ascoli, Donatella Ferretti, che ha portato anche i saluti del sindaco Marco Fioravanti: «Motivo di grande orgoglio per me vedere il Caffè Meletti, cuore della città, ricevere la prestigiosa targa. Ed è un onore ospitare un valente professionista e poeta, dai temi profondamente filosofici ed estremamente dibattuti in filosofia. Come questo che siamo oggi a presentare e nel quale si anima la continua tensione dell’uomo diviso tra ciò che è vero e stabile e l’effimero, l’apparire appunto, verso cui siamo trascinati».
A ricordare come e quando è nata l’idea di fare del Caffè Meletti “Caffè letterario” è stata Franca Maroni: «Risale al 2019 a Spoleto, dove ho partecipato ad una manifestazione insieme al professor Lera. Ci accomuna la passione per la poesia. L’iter è andato avanti e proprio quando eravamo pronti, a marzo 2020 e sempre in occasione della Giornata della poesia, è scoppiata la pandemia che ha fermato tutto. Non appena le acque si sono un po’ calmate dal punto di vista sanitario, abbiamo ripreso in mano il progetto per scoprire che al Caffè Meletti era subentrato un nuovo Cda. Pensavamo di dover lasciar perdere. Ed invece la nuova compagine ha accolto a braccia aperte l’iniziativa. Ed oggi siamo qui, emozionati e pieni di entusiasmo per tutto quello che prevediamo di mettere in atto sotto questo nuovo titolo».
Da qualche mese, il Caffè Meletti è sempre più aperto alla città, come è negli intenti del nuovo Cda presieduto da Longino Carducci e, prima ancora, della Fondazione Carisap di cui il Cda è la diretta emanazione. Carducci, dal suo insediamento, ha puntato a restituire al Caffè storico italiano quel ruolo centrale che gli spetta, per essere nel cuore di Ascoli, simbolo di storia e prestigio ma anche di vita sociale e aggregativa.
Nel locale gremito, nessuno ha dimenticato ciò che sta accadendo nella vicina Ucraina. Non l’ha fatto l’autore, il professor Lera, che ha ricordato quanto la pace vada a braccetto con il benessere dell’anima.
«Manca la coscienza civica. Laddove conflitti e rivalità invadono anche gli spazi più intimi, la logica dell’apparire diviene la conseguenza, e poco davvero si fa per essere -continua Lera-. Siamo ormai quasi addestrati alla competizione e pochissimo alla cooperazione, alla convivenza e alla tolleranza. A mio avviso la pace è lontana, una prospettiva chimerica. La mia poesia ha due obiettivi: la ricerca della pace, in primis verso sé stessi, e il benessere. Come medico (Lera è medico neurologo e psichiatra, ndr) cerco di far star bene le persone anche quando non vogliono, un’ambizione che perseguo da sempre anche come essere umano».
La conclusione è del direttore artistico Monini, che fa il punto sulla proposta culturale del Caffè Meletti.
«Venerdì scorso c’è stata l’inaugurazione del primo “Venerdì al Caffè Meletti” che si ripeterà ogni due settimane, con l’intento di legare eventi culturali ed artistici a serate di intrattenimento e di svago -precisa-. Dopo la giornata di oggi, a breve renderemo ufficiale la commemorazione di un noto artista ascolano con un percorso artistico dedicato all’interno del caffè. Il Caffè Meletti ospiterà ogni forma d’arte, dalla poesia alla musica, dalla danza alla pittura».
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