Il fronte anti cemento contro le varianti: «Stiamo svendendo la città»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il fronte anti cemento, riunitosi sotto il gonfalone del coordinamento “Fermiamo il consumo di suolo, rigeneriamo la città” attacca le varianti: «Stiamo svendendo la città».
Acceso dibatitto al Parco Karol Wojtyla, dove i membri del comitato hanno discusso la necessità di fermare l’uso di alcuni strumenti urbanistici, fra cui le varianti e il Piano Casa.
«Se le varianti verranno valutate come corpo estraneo al nostro contesto urbano, non saranno approvate – spiega il consiglier Gianni Balloni, in rappresentanza del comune – francamente, questo timore di cementificazione mi pare immotivato. D’altronde, con la penuria di fondi in cui si trovano gli enti locali, i comuni devono per forza parlare con il privato. Le varianti non sono altro che proposte del privato che noi dobbiamo valutare».
«Sono proposte del privato – ribatte Giorgio Mancini – ma il privato è stato ingolosito dalla nostra delibera del 2017, con la quale prendiamo atto del decreto Sblocca Italia, fissando al 70% il contributo straordinario derivante dalla variante». Ad essere sotto esame, in particolare, sono le prime due varianti, la Nidis e l’Areamare. Su quest’ultima superficie, il piano regolatore prevede la possibilità di realizzare una discoteca o un ostello. «Ma non è un diritto acquisito – controbatte Mancini – e quindi la discoteca non può essere usata come spauracchio. Queste aree non hanno nulla, e voi andate a piazzarci del cemento».
A partecipare, fra gli altri, Gabriele Marcozzi, Matteo Cicconi e Daniele Primavera di Rifondazione Comunista, mentre il Pd schiera le diverse anime, dal commissario Pier Giorgio Giorgi al tesoriere provinciale Claudio Benigni, al segretario di circolo Roberto Giobbi, Pietro Colonnella e Edward Alfonsi. Ma ovviamente ci sono anche i verdi (Giorgio Mancini, Luca Spadoni), Articolo Uno (Flavia Mandrelli, Riccardo Morelli), Italia Viva (Fabio Urbinati), nonché altri membri della minoranza, tra cui Giorgio De Vecchis e Rosaria Falco. Molti anche i membri dei comitati di quartiere, di Legambiente e di Ambiente e Salute nel Piceno.
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