Il degrado di Villa Sgariglia: abbandono ed erbacce ovunque
ASCOLI PICENO – Il complesso di Villa Sgariglia nella frazione di Campolungo, nella zona industriale di Ascoli, giace da anni in stato di completo abbandono.
Lo spettacolo a cui si assiste è davvero desolante: la struttura, fino a qualche tempo fa utilizzata come struttura ricettiva poi fallita, è in piena decadenza, con erbacce e incuranza che la fanno da padrone. Nel terreno, di proprietà comunale, ci sono di più di mille piante di olive della varietà tenera ascolana, seicento di oliva da olio e svariate file di vitigni da uva, ormai inutilizzabili. Per non parlare del Santuario dell’Assunta, la chiesa che si trova dietro la struttura alberghiera: l’edificio, in passato teatro di matrimoni e battesimi, al momento è inagibile a causa del terremoto e le sue campane, risalenti al 1800 e messe in salvo da potenziali crolli, sono state trafugate. Inutile aggiungere che tutto il valore del patrimonio arboreo produttivo e del terreno è praticamente azzerato.
Il perito agrario Franco Passarini, che per 35 anni ha curato questo terreno, esprime grande rammarico per la situazione in cui versa l’area . «La mia famiglia ha visto 3 generazioni di periti agrari che si sono sempre occupati di quest’area, ma successivamente, il Comune aveva affidato la gestione dell’area ad un pastore invece che ad un tecnico agrario e i risultati si stanno vedendo» dice Passarini « Questo terreno era unico per la coltivazione di uva e oliva, ma adesso è tutto inutilizzabile. Ormai sono circa 6 anni che l’albergo non è più funzionante, ma all’interno ci sono ancora televisori, materassi e molti altri oggetti che devono essere portati via» evidenzia Passarini « Perché nessuno si interessa di quest’area? La mia famiglia si è sempre spesa per valorizzare l’intera zona, creando lavoro e benessere per chi ci lavorava, ma tutto questo adesso è finito. Chiedo al Sindaco Castelli che faccia qualcosa per fare in modo che questo capitale non venga perduto per sempre». Dall’esterno della struttura che una volta era il ristorante, si possono ancora intravedere tavolini e sedie ammassati all’interno, mentre quello che una volta era il parcheggio della struttura, è diventato una piana desolata e irriconoscibile. Gli alberi che adornano il viale che conduce all’ex albergo, non sono stati più potati e sembra quasi di attraversare una giungla oscura.
A pochi metri di distanza dalla zona abbandonata, c’è quello che una volta era il museo della civiltà contadina e che, purtroppo, ha avuto la stessa brutta sorte di Villa Sgariglia. La struttura è completamente abbandonata, colpita anche essa dagli eventi sismici. Il tetto è quasi del tutto crollato, con le spiacevoli conseguenze del caso ma anche le mura hanno bisogno di interventi importanti. « Questo è diventato il museo dell’inciviltà» dice Franco Passarini «Bisogna prendere esempio dal museo della civiltà contadina di Offida, dove tutto è catalogato e sistemato alla perfezione, mentre qui ormai non c’è più niente».
Tutta l’area di Villa Sgariglia a Campolungo è del Comune di Ascoli dal 1983, anno in cui l’Arengo ha rilevato la proprietà del territorio dai soppressi Istituti Riuniti di cura e ricovero. Nel 2000 ci fu la cessione in affitto ad un coltivatore diretto che si aggiudicò l’asta pubblica. Nel 2008 l’Arengo fece causa al conduttore per inadempienza, a causa di sei anni di affitto non pagati. Il Comune vinse la causa, con l’affittuario che doveva versare circa 250mila euro nelle casse comunali, ma l’ex conduttore non salderà mai il debito perché non dispone di tale cifra.
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