Il Coordinamento Ferrovia Salaria: “Che fine hanno fatto i 40 milioni per lo studio di fattibilità per la Ascoli-Antrodoco?
Il Coordinamento Ferrovia Salaria, conclusa la tornata delle amministrative/europee coglie l’occasione “Per ringraziare tutti candidati che hanno risposto al nostro contest prendendosi carico di un impegno: quello di sostenere in tutte le sedi opportune il progetto della Ferrovia che dovrebbe unire San Benedetto del Tronto a Roma. La Ferrovia Salaria, tristemente nota come “la più storica promessa elettorale del nostro territorio”, è diventata centrale nel dibattito pubblico locale ed è stata, anche questa volta, tema di attenzione per tutti i candidati alle elezioni. Con questo comunicato approfittiamo per fare un appunto a tutti quei candidati che sono stati eletti e che oggi siedono sulle poltrone delle istituzioni; avrebbero potuto incidere nella realizzazione di quest’opera ma non stanno ahinoi rispettando gli impegni presi nelle scorse campagne elettorali. Vorremo ricordare a queste persone che gli elettori non dimenticano.
“Durante le scorse settimane si sono avanzate le più strambe ipotesi in merito alla Ferrovia, ma nessuno ha concretamente detto quali saranno le tempistiche per arrivare ad un progetto definitivo dei tratti mancanti, e soprattutto, di quello tra Ascoli Piceno-Antrodoco la cui progettazione deve ancora iniziare. Seppure i Romani, forse molto più intelligenti dell’odierna popolazione italiana, avessero scelto proprio la via Salaria come strada più veloce e diretta con la sponda Adriatica, oggi i politici locali che siedono sugli scranni del Parlamento, invece, sembrano non crederci abbastanza; o meglio, si disinteressano degli oltre 11.000 cittadini firmatari, dei 33 Comuni, e di tutte quelle forze economiche e sociali che hanno già dichiarato il proprio sostegno al Manifesto che ne chiedono urgentemente la realizzazione. Però vi sfidiamo a trovare un’opera infrastrutturale in Italia che abbia avuto un sostegno dal basso così consistente ed amplio prima di essere realizzata. Vi togliamo ogni dubbio: non esiste. Sono state finanziate opere che poi si sono rivelate deirami secchi e per le quali ingenti finanziamenti pubblici sono stati spesi senza preliminari studi di fattibilità o reali necessità da parte della popolazione”
“Tra l’altro per la Ferrovia Salaria è stato già redatto uno studio di fattibilità socioeconomica commissionato da Uniontrasporti in cui si ribadisce quanto un euro investito su quest’opera corrisponde a più di due in termini di benefici sul territorio. Poi, in questo studio è stato appurato anche il cosiddetto “Costo del non fare”, ovvero, il costo per la società civile e per il sistema imprenditoriale, in termini di vantaggi non ottenuti, che si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro per i prossimi 25 anni, quindi circa 34 milioni di euro annui. Ad onor del vero, un primo step per l’avvio della progettazione era stato raggiunto nell’ormai lontano luglio 2021 quando la Commissione al bilancio del Senato della scorsa legislatura stanziò ben 40 milioni di euro per studi di fattibilità per nuove ferrovie di collegamento tra i capoluoghi di Provincia colpiti dal sisma del 2016 e la Capitale e quindi, in soldoni, anche per la Ferrovia Salaria” prosegue il comitato.
“Questi finanziamenti erano a disposizione delle Regioni che ne avrebbero dovuto usufruire per far partire questo tipo di progettualità: sono infatti questi Enti che danno l’indirizzo politico a RFI per una pianificazione del trasporto pubblico e delle opere infrastrutturali future. Quello che sappiamo è che la Regione Lazio si è già mossa per effettuare una project review del tratto Rieti-Passo Corese (uno dei due tratti mancanti per il completamento della Ferrovia Salaria), ma per quanto concerne il tratto Ascoli Piceno- Antrodoco, e quindi, il versante marchigiano, non sappiamo nulla. Eppure, la Regione Marche a dicembre 2021 firmò il Manifesto della Ferrovia Salaria prendendosi un chiaro impegno nella realizzazione di questa infrastruttura, confermato in più sedi ed occasioni. Sicuramente non è sufficiente limitarsi ad inserire quest’opera in un Piano Infrastrutturale che guarda al 2032, data troppo lontana ed in uno scenario in cui la ricostruzione delle aree colpite dal sisma dovrebbe essere pressoché conclusa. La domanda quindi che rivolgiamo alla Regione Marche è la seguente: i 40 milioni utili a fare, per lo meno, uno studio di fattibilità tecnica per la Ascoli Piceno-Antrodoco che fine hanno fatto? Sono stati utilizzati? E se sì come? E soprattutto, che impegni intendono assumere e mantenere tutti i nostri rappresentanti nelle istituzioni di ogni livello territoriale, per procurare un’infrastruttura essenziale al futuro delle comunità che rappresentano? I territori coinvolti da questo progetto, insieme a tutti i Sindaci e le forze economiche e sociali che sostengono il Manifesto meritano una risposta concreta e non più mere promesse da campagna elettorale” conclude.
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