Il Consiglio di Stato condanna il Comune per una licenza edilizia
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo dieci anni è arrivato il pronunciamento del Consiglio di Stato sul contenzioso in merito ad una licenza per costruire un palazzo di tre piani nella zona turistica di Porto d’Ascoli. Il Consiglio di Stato ha annullato la concessione edilizia rilasciata dall’amminstrazione comunale all’Hotel Solarium e condannato il Comune al pagamento di 4mila euro delle spese di giudizio. L’edificio a tre piani ostruisce la vista del mare ad una casa più bassa, aumenta il carico urbanistico nell’area turistica ed è carente di parcheggi. Tutto cominciò nel 2007 quando il dirigente del settore assetto del territorio adottò il permesso di costruire in favore della società Hotel Solarium. L’intervento è consistito nella demolizione, ricostruzione e sopraelevazione di un preesistente villino unifamiliare nella zona sud-est di Porto d’Ascoli. Quindi non riguarda l’edificio del Solarium. L’atto fu impugnato al Tar da Domenico Belli, difeso dall’avvocato Maria Grazia Belli. Il signor Belli è proprietario di un appartamento posto in un immobile confinante con l’area in cui è collocata la contestata costruzione. Il ricorrente espone ai giudici che l’intervento implica la realizzazione di un edificio di tre piani completamente diverso rispetto al fabbricato preesistente per volumetria, dimensioni, sagoma, ingombro e numero delle unità abitative, tant’è che il villino demolito, a tutti gli effetti completo, aveva due piani sfalsati, con copertura a tetto, posta a quota inferiore rispetto all’appartamento della parte ricorrente. Il nuovo immobile ha invece una copertura a terrazzo e balconi che si affacciano su tale proprietà. “Il mio assistito – spiega l’avvocato Maria Grazia Belli – a seguito dell’edificazione contestata è stato privato della visuale e del diritto all’aria: prima, davanti al suo appartamento non c’era nulla, ora ci sono due piani”.
Nel pronunciamento del 2012 il Tar annullava la concessione edilizia. “Il permesso di costruire – scrive il magistrato – si pone in contrasto con le previsioni delle Nta, che escludono dall’ambito di applicazione della legge regionale “gli edifici che, tenuto conto dell’importanza turistica della zona in cui sorgono, presentino caratteristiche strutturali e architettoniche di villa o villino”. La sopraelevazione, soprattutto quando consiste nella creazione di ulteriori unità immobiliari, implica un incremento anche notevole del carico urbanistico, per cui è necessario prevedere la dotazione di parcheggi pertinenziali. Il Consiglio di Stato nella sentenza del 2 novembre 2017 chiarisce che la licenza edilizia “si pone in frontale e non spiegato contrasto con una norma urbanistica che lo stesso Comune si è dato. Poiché la colpa del Comune appare da ciò evidente, anche per questo motivo il ricorso dell’ente deve essere respinto”. Inoltre: “Nessun addebito può essere mosso all’Hotel Solarium circa l’interpretazione di una normativa urbanistica, che è di esclusiva competenza del Comune, in ordine a un permesso di costruire rilasciato per di più a un diverso soggetto, cui in seguito l’Hotel è subentrato”. Facciamo un passo indietro, nel 2014 il Tar condannava il Comune al risarcimento dei danni. L’amministrazione comunale si è quindi appellata al Consiglio di Stato, contestando le sentenze del Tar del 2012 e 2014. Il 2 novembre scorso il Consiglio di Stato ha confermato i due pronunciamenti del Tar: annullato il permesso di costruire e condannata l’amministrazione al pagamento di 4mila euro delle spese di giudizio.