Il Comune fa cassa con nuovi palazzi e le varianti

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dovranno pagare un conto salato al Comune i costruttori che consumeranno il suolo realizzando nuovi edifici. Saranno invece agevolati quelli che attueranno la politica del recupero delle case degradate.

“Non era regolamentata la politica urbanistica – spiega il sindaco Pasqualino Piunti –  finché non è arrivata  la legge 164/2014, il cosiddetto Sblocca Italia, che  delega i Consigli comunali a stabilire l’incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria, sopratutto in relazione alla valutazione del maggior valore che si genera quando si fa una variante. La legge dice che il Comune deve incassare  non meno del 50% del vantaggio che ottiene il privato. Si può assolvere all’obbligo  monetizzando, donando immobili o aree che non siano troppo distanti dalla costruzione”.

Il Comune può arrivare a chiedere il  70%  del valore dell’opera, qualora si tratti di edifici nuovi o per cambio di destinazione d’uso. “L’amministrazione, rifacendosi alla legge,  si prefigge il massimo vantaggio pubblico e anche di ridurre il  consumo del suolo”, conclude Piunti.

L’argomento è stato dibattuto giovedì mattina nella commissione urbanistica, poiché sarà all’ordine del giorno nel Consiglio comunale di sabato 27 maggio.

Titolo della delibera: Criteri per la determinazione del contributo straordinario per interventi su aree o immobili in variante urbanistica in deroga o con cambio di destinazione d’uso.

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