Il Comune è chiuso, quattro giorni per essere sepolto: calvario dopo la morte

E’ morto in casa giovedì sera (9 marzo) ma dovrà attendere il pomeriggio di lunedì 13 marzo per le esequie E non potrà essere sepolto in un loculo: la famiglia sarà costretta a cremare il corpo. La triste vicenda è stata segnalata a San Benedetto News.it dal dottor Luigi Persiani (oggi in pensione), ex direttore sanitario dell’Asl 12 di San Benedetto del Tronto ed ex direttore del Dipartimento prevenzione, sempre dell’Asl 12

RONZONE (TRENTO) – Stiamo parlando di Alberto Abram, un ottantenne di Ronzone, località della Val di Non in provincia di Trento. Abram era un idraulico in pensione, che aveva stretto amicizia con il dottor Luigi Persiani, durante le vacanze che il professionista trascorreva in Val di Non con la famiglia. L’amicizia si era consolidata negli anni al punto che, nel momento in cui l’uomo è morto, il primo ad essere stato avvisato dalla famiglia è stato il dottor Persiani, che vive a San Benedetto del Tronto.

“Il corpo del mio amico Alberto – racconta il dottor Persiani – da tre giorni attende una degna sepoltura, in quanto la sua morte ancora non è stata registrata”.

Perché? “Alberto è deceduto giovedì sera in casa, dove viveva con il figlio – aggiunge il dottor Persiani -. Venerdì mattina il congiunto si è preoccupato di trovare l’agenzia di pompe funebri, poi è andato nel Municipio di Ronzone per registrare la morte. Ma lo sportello aveva chiuso a mezzogiorno e riaprirà lunedì mattina. Finché non si registra la morte, il corpo non si può portare via.  Non credo sia una cosa normale tenere la salma in casa per quattro giorni, anche per questioni di igiene. E per fortuna che fa freddo”.

Non è finita. “Lunedì mattina 13 marzo – dice ancora il dottor Persiani –  il figlio si recherà al Comune di Ronzone per registrare la morte del padre e poi si potrà fare il funerale. Ma il parroco ha dato disponibilità per celebrare la cerimonia funebre soltanto per le ore 14,30, allungando ancora un pagina poco esaltante per la bella località del Trentino”.

Non basta. “Il figlio di Alberto Abram – il rammarico del dottor Persiani – avrebbe voluto seppellire il padre in una tomba della sua città, il Comune di Ronzone, ma non c’è disponibilità di loculi: sarà costretto a cremare il corpo, spendendo ulteriori  900 euro”.

Il dottor Persiani spiega infine che la cremazione della salma verrà eseguita fuori provincia, a Bolzano anziché a Trento, perché è più vicina a Ronzone.

“Un episodio del genere – la stoccata finale del dottor Persiani – è inconcepibile in una Provincia autonoma, qual è appunto Trento, e in una Regione a Statuto speciale come il Trentino Alto Adige”.

(Nella foto, tratta da Wikipedia, uno scorcio di Ronzone)

 

 

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