Il comitato “Stop al consumo di suolo” vuole un confronto con Canducci
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Elezioni comunali 2021. Il comitato “Stop al consumo di suolo” invita il candidato sindaco Paolo Canducci al confronto sulle tematiche green.
«Abbiamo letto della candidatura dell’ex assessore Paolo Canducci a prossimo sindaco di San Benedetto per la lista Rinasci Marche e come Coordinamento ‘Fermiamo il consumo di Suolo, rigeneriamo la città’ vogliamo fargli i nostri migliori auguri. Leggiamo dal suo programma un grande impegno per il cambiamento; dall’economia alla viabilità, dalla riqualificazione alla pianificazione urbana, tutte promesse improntate a un nuovo senso ecologico dichiarato a caratteri cubitali, e questo non può che farci piacere.
Chiediamo quindi a Canducci senza tanti giri di parole: “Qual è la sua posizione riguardo il futuro delle sei varianti al piano regolatore che da anni aspettano di cementificare le ultime aree libere e naturali del nostro territorio?” e soprattutto “Cosa pensa della mozione consigliare presentata dal nostro coordinamento che chiede fortemente di pianificare la città ispirandosi al principio dello stop (stop, non riduzione) del consumo di suolo e invita gli amministratori ad eliminare i volumi previsti e non realizzati dal piano regolatore del 1990?”
Ricordiamo, come ci tocca fare ogni volta, che San Benedetto ha il più alto tasso di consumo di suolo della regione: 38%, contro la media regionale del 7,24% (oltre 5 volte la media regionale) e sicuramente una delle più alte in Italia, e la più alta densità con 1864 abitanti per kmq. Ha inoltre 20mila famiglie su 28mila alloggi. San Benedetto è già una città dormitorio. Chiediamo quindi: c’è l’impegno al ‘reale’ stop al consumo di suolo?
Insistiamo su ‘reale’ perché non vogliamo che si giochi con le parole e col territorio come è accaduto nella vicenda dei Poru, che l’ex Assessore all’Urbanistica, Canducci, ricorderà. Ci spieghiamo meglio: non è, per noi, reale consumo di suolo zero se si permette a un costruttore di acquistare e abbattere vecchi capannoni in disuso in una zona dismessa e periferica per poi lasciar edificare la stessa dimensione nelle aree urbane di sua proprietà e che da prg hanno una ben diversa destinazione: questa si chiama ‘speculazione’.
‘Si può fare’, dice ogni punto dell’ambiziosissimo programma di Rinasci Marche, mutuando lo Yes we can da Obama, ma notiamo che sui punti più scottanti il ‘si può fare’ diventa subito un ‘si può parlare di…’ E invece il consumo di suolo zero non è una teoria idealistica, è già una realtà in tante città europee e italiane: tante sentenze, che fanno legislatura, hanno bloccato interi piani regolatori selvaggi e già assegnati, quindi ‘davvero si può fare’, basta che la politica lo voglia, cioè voglia uscire davvero dalle vecchie dinamiche dei costruttori che decidono le politiche delle giunte stesse, di qualunque colore esse siano. Anzi, di più, il consumo di suolo zero è la conditio sine qua non di tutti i programmi di riconversione, riqualificazione, smart city e smart economy, per una ripartenza vera.
Perché senza un reale impegno a non cementificare più il territorio, tutto il resto crolla, non regge e si torna alle vecchie dinamiche che ci portato ai dati della città più cementificata e con la più alta densità abitativa.
E l’accesso al Recovery Fund, di cui tanto facilmente si parla nel programma di Rinasci Marche come la panacea con cui si vorrebbe ricostruire e rifare tutto, è definito da precise linee guida della Commissione Europea a cui i governi si dovranno attenere, e tra i criteri principali c’è la vera sostenibilità ambientale, in linea con l’European Green Deal.
Rinnoviamo quindi gli auguri a Canducci ma chiediamo un confronto su punti chiari, fattivi, determinanti e determinati, certi di trovare nell’esponente dei Verdi un interlocutore privilegiato e sensibile».
Lascia un commento