Il CineOcchio – Iggy Pop racconta l’incredibile storia de “L’uomo che rubò Banksy”
Dopo il successo al Tribeca Film Festival e l’anteprima al Festival del Cinema di Torino arriva nei cinema italiani “L’uomo che rubò Banksy”, soltanto per due giorni, 11 e 12 dicembre. Il film evento del regista Marco Proserpio chiude la prima parte della stagione 2018-2019 del ciclo de La grande arte al cinema che ha già proiettato sul grande schermo, a partire da settembre, artisti del calibro di Dalì, Klimt & Schiele e Monet.
La pellicola non vuole indagare sulla vera identità dello street artist inglese, di cui si sa davvero poco, ma vuole focalizzare la storia su una vicenda vera che ha per protagonisti un murales di Banksy realizzato a Betlemme e l’uomo che letteralmente tagliò il pezzo di muro con il disegno dell’artista. Tutto inizia nel 2007 quando Banksy arriva in Cisgiordania ed imprime su un muro, con la sua tecnica più amata, lo stencil, un soldato israeliano che controlla il documento ad un asino. La popolazione palestinese si divide tra chi si sente indignato ed insultato per esser paragonato ad un asino e chi la prende con filosofia ed anzi, capisce il simbolismo e l’assurdità del muro per dividere due popoli.
Fatto sta che il tassista e culturista palestinese Walid rompe gli indugi e mette fine al “problema” del disegno incriminato tagliando via letteralmente il pezzo di muro con l’opera di Banksy e rivenderla al miglior offerente per 100.000 dollari su EBay.
Partendo da questa storia lo scopo del film è quello di raccontare i messaggi veicolati attraverso la street art sul muro che divide Israele e Palestina ma il regista vuole anche affrontare le tematiche del mercato nero legato all’arte di strada, al diritto d’autore e al confronto tra culture diverse.
Le riprese fatte in strada si alternano ad interviste a giornalisti del settore, artisti, galleristi e personaggi chiave del mondo della street art, il tutto narrato dalla voce inconfondibile di Iggy Pop.
Lascia un commento