I sindacati: “Sanità pubblica alla deriva, intervengano i Sindaci”

I sindacati all’attacco della dirigenza Ast: “Durante la prima riunione della Conferenza dei Sindaci, tenutasi martedì primo ottobre, eccezionalmente presieduta dalla Direttrice Generale dell’AST, diversi Primi Cittadini, ripetutamente, hanno chiesto alla Presidente di consentire ai rappresentanti sindacali, riuniti in presidio a Piazza del Popolo, di poter esporre le ragioni della protesta, ma la Dottoressa Natalini si è ripetutamente opposta” dicono FP CGIL, CISL FP, NURSING UP, FIALS e UGL SALUTE

“Considerato che la Direttrice dell’AST continua a preferire i monologhi al confronto, intraprendendo iniziative autoreferenziali, rifiutando qualsiasi tipo di contraddittorio, rappresentando una situazione ben poco rispondente al vero, FP CGIL, CISL FP, NURSING UP, FIALS e UGL SALUTE hanno deciso di invitare tutti i Sindaci della provincia di Ascoli Piceno ad un incontro, già fissato per il pomeriggio di mercoledì 16 ottobre p.v., affinché i primi responsabili della salute dei cittadini possano conoscere, nel dettaglio, le ragioni delle proteste dei lavoratori da tempo privati di alcuni fondamentali diritti sanciti dal contratto nazionale di lavoro, con conseguente compromissione del clima ambientale e depauperamento dei Servizio Sanitario Pubblico del territorio”

“Se la quasi totalità dei cittadini Piceni ha un giudizio tutt’altro che positivo della sanità pubblica; se otto organizzazioni sindacali, delle nove presenti in azienda, contestano duramente la gestione del personale, forse sarà opportuno che i Sindaci prestino adeguata attenzione al fenomeno, a tutela dell’intera collettività. La Dottoressa Natalini, che sciorina numeri enunciando le prestazioni offerte, ben guardandosi dall’evidenziare quelle non offerte, esaltando qualche misero pagamento erogato, sottacendo invece gli immensi debiti che l’AST ha nei confronti del personale, dovrebbe spiegare per quale motivo dal 21 maggio 2018 ad oggi non riconosce il credito dei lavoratori relativo ai tempi di vestizione agli aventi diritto che hanno maturato un credito individuale di circa 7000 euro, perché non paga le professioni orizzontali relative all’anno 2022, quelle relative all’anno 2023, perché non stanzia le risorse nei tempi previsti per le progressioni 2024, perché non paga gli straordinari pretesi, perché non rispetta il regolamento sulla mobilità del personale, perché impone turni irregolari e massacranti, perché non riconosce il diritto alla mensa, così come sancito dalla Corte di Cassazione” proseguono.

“I cittadini del territorio devono sapere se i sindaci giudicano la nostra sanità pubblica adeguata o meno e se devono continuare a rivolgersi alla sanità privata o migrare al nord per ricevere ciò che la nostra Costituzione garantisce come sacrosanto diritto” concludono.

 

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