I Disoccupati piceni: “Solidarietà evocata da tutti, è il momento di dimostrarla”

“Solidarietà, evocata da tutti, è il momento di dimostrarla, significa ora ridistribuire tutte le risorse che
arriveranno in modo da raggiungere tutti gli italiani, “anche gli ultimi”. E’ chiaro che servirebbe rivedere in maniera celere tante regole, dal modo in cui si distribuiscono denari alle imprese, senza poi farle delocalizzare, ai tanti privilegi di molte categorie mai toccati. Per affrontare questo periodo, occorre garantire un reddito ad ogni cittadino maggiorenne privo di ammortizzatori e di reddito di cittadinanza”. Lo dicono i Disoccupati piceni.

“Superato questo tragico momento per, le tante vittime, cui va il nostro sentito cordoglio, poi nulla potrà rimanere più come adesso. Se realmente, parliamo di “solidarietà concreta”, occorreranno nuovi provvedimenti, per garantire un’occupazione per tutti, anche per i cittadini che fino ad oggi sono esclusi dal mondo del lavoro. Finora, non si è mai applicato, il vecchio slogan “lavorare meno e lavorare tutti”, il momento è arrivato e sarà importante per aiutare l’economia nella ripartenza. Significa anche rivedere le norme che oggi consentono il doppio lavoro” aggiungono.

“Il lavoratore dovrà scegliere, o lavoro pubblico, o lavoro privato. Non deve essere più possibile lavorare la mattina in un ente pubblico, e il pomeriggio svolgere un attività privata. Lo stesso si dica, per i numerosi baby pensionati, che fino ad oggi continuavano a svolgere un lavoro e spesso anche irregolare, approfittando dei cosiddetti limiti dei “cinque mila euro annui”. Se il pensionato preferisce lavorare, non deve andare in pensione. Se non si cambia questa legge, non possiamo lamentarci che i giovani non entrano mai nel circuito lavorativo. Presto ci saranno problemi per la sostenibilità economica dell’Inps. La carenza di lavoro è tale che si deve ridurre l’orario giornaliero, vietare la doppia occupazione ai dipendenti pubblici e ai pensionati. Senza dimenticare la buona regola, in cui “la vecchia generazione lascia prima il lavoro per fare entrare i più giovani”. Gli stessi giovani con il loro lavoro stabile, avranno la possibilità di crearsi un futuro e sosterranno il sistema pensionistico” spiega il gruppo piceno.

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