I Disoccupati piceni: “I big della politica vengono qui ma poi non risolvono nulla”

ASCOLI – I Disoccupati Piceni ricordano la visita, nel maggio del 2019 dell’allora Ministro del Lavoro Luigi Di Maio.

“Un occasione sicuramente irripetibile, e diciamo persa per fare sentire la voce di un territorio terremotato e con gravi problemi occupazionali. Ormai è una prassi per molti big della politica presenziare prima delle elezioni, e poi sparire senza risolvere nulla Questa mancanza di risposte, per una crisi iniziata negli anni duemila con le prime chiusure e delocalizzazioni, è dovuta in parte anche dal fatto, che il nostro territorio continua a rimanere diviso  e privo di una rappresentanza politica sindacale e territoriale”spiegano.

“Quel giorno in quella sala erano assenti i rappresentanti del territorio, mancavano numerosi Sindaci, mancavano gli Onorevoli locali, senatori e deputati eletti, assenti numerosi rappresentanti sindacali, mancavano persino i disoccupati, erano presenti solo alcuni imprenditori ed una nostra rappresentanza. Questa è la fotografia dello scollamento della politica e di ogni altro tipo di rappresentanza con il territorio e le sue difficoltà” ricordano.

“Dopo un anno nulla è cambiato, continua la carenza di posti lavoro, non esistono piano di sviluppo. Da apprezzare, in questa situazione, sempre più drammatica per alcuni, e nel frattempo all’area di crisi industriale complessa Piceno-Val Vibrata, si sono aggiunte anche le aree di crisi di Fermo e Macerata, le proposte di bonus per le vacanze e acquisto bici. Sicuramente, per i cittadini senza un’occupazione già da molti anni, queste sono esigenze prioritarie. Qualche disoccupato, più fortunato è riuscito pure ad ottenere qualche buono per la spesa, la cosiddetta “goccia nell’oceano”, perché è un aiuto temporaneo, che non permette nessuna possibilità di uscire da queste condizione, che porta inesorabilmente alla miseria” evidenziano.

“Infine, non va tralasciato il lodevole impegno di alcuni imprenditori abruzzesi, che probabilmente riceveranno pure risorse a fondo perduto, imprese che si sono unite per pagare un volo charter per portare in Abruzzo, dove forse non ci sono disoccupati, manodopera del Marocco: in queste ultime settimane abbiamo notato forti aumenti dei prodotti agricoli, pur essendo diminuito notevolmente il prezzo del petrolio. Tutti da giovani, almeno una volta, abbiamo fatto la vendemmia, oppure la raccolta della frutta, erano 60 euro con il pranzo. Oggi si trova più conveniente prelevare manodopera in Marocco che pagare la manodopera locale. E’ ora di guardare e imparare le regole dei Paesi più evoluti, con i maggiori diritti per i cittadini che conducono le economie al mondo.

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