I Carabinieri del Piceno festeggiano la “Virgo Fidelis”
Nella splendida cornice dell’Abbazia dei SS. Benedetto e Mauro di Monsampolo del Tronto, il Comando Provinciale Carabinieri di Ascoli Piceno ha celebrato la ricorrenza della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri. La Santa Messa è stata officiata da S.E. Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo di Ascoli Piceno e ha visto la partecipazione delle massime Autorità civili e militari della Provincia e dei Comuni di Monsampolo del Tronto, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno e Spinetoli, di una folta rappresentanza dei Carabinieri e dei Carabinieri Forestali dei Comandi della provincia, nonché dei componenti delle Associazioni d’Arma e dell’Associazione Nazionale Carabinieri.
Il Vescovo Palmieri, nella sua omelia, ha evidenziato il fondamentale valore della fedeltà dei Carabinieri; fedeli alla Patria, alle Istituzioni, alla legge, ma anche e soprattutto, fedeli agli uomini e alle donne di questo Paese, ai valori più alti del popolo chiamati a servire, nonché l’importanza del fedele servizio dell’Arma, rivolto sempre a far prevalere il bene. Al termine della funzione religiosa, il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Ascoli Piceno, Colonnello Giorgio Tommaseo, dopo aver ricordato che, nella stessa giornata dedicata alla Virgo Fidelis, si commemora anche l’81° anniversario della Battaglia di Culqualber e si celebra la “Giornata dell’Orfano”, che rappresenta, per i Carabinieri e per l’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri (O.N.A.O.M.A.C.), un’occasione di concreta vicinanza alle famiglie dei colleghi caduti, si è soffermato sul significato della cerimonia, ricordando che la celebrazione della “Virgo Fidelis” risale all’8 dicembre 1949, quando Papa Pio XII promulgò il Breve Apostolico per proclamare ufficialmente la “Virgo Fidelis, Patrona dei Carabinieri”, fissando la data della ricorrenza al 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio di Gerusalemme e della Battaglia di Culqualber.
La scelta della celeste Patrona dell’Arma è ispirata alla fedeltà propria di ogni Carabiniere che serve la Patria, caratteristica dell’Arma dei Carabinieri dalla fondazione sino ai giorni nostri e sintetizzata nel motto “Nei secoli fedele”, proprio come quella del 1° Battaglione Mobilitato Carabinieri e Zaptiè che, il 21 novembre 1941, si sacrificò a Culqualber in una delle ultime cruente battaglie nell’Africa Orientale.
A seguito di tale fatto d’arme, fu conferita alla Bandiera dell’Arma la seconda Medaglia d’Oro al valor militare con la seguente motivazione: “Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rinforzare un caposaldo di vitale importanza, vi diventava artefice di epica resistenza. Apprestato saldamente a difesa d’impervio settore affidatogli, per tre mesi affrontava con indomito valore la violenta aggressività di preponderanti agguerrite forze, che conteneva e rintuzzava con audaci atti controffensivi, contribuendo decisamente alla vigorosa resistenza dell’intero caposaldo, ed infine, dopo aspre giornate di alterne vicende, a segnare, per l’ultima volta in terra d’Africa, la vittoria delle nostre armi. Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e li contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa, impari lotta corpo a corpo, nella quale comandante e carabinieri, fusi in un sol eroico blocco, simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell’Arma.”
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