Guerra e rincari, Coldiretti Marche appello alle coop: “Zootecnia alle corde, rideterminate il prezzo del latte”
Appena 40 centesimi al litro, addirittura 38 per coloro che non hanno sottoscritto l’impegno di filiera. È quanto viene riconosciuto al litro agli allevatori marchigiani che producono latte bovino. Un settore che tra rincari energetici e dei mezzi tecnici risulta tra i più fortemente penalizzati dalla situazione attuale che vede, in generale, agricoltura e zootecnia alle corde con gli operatori alle prese con un salasso alla voce spese mentre i ricavi rimangono inalterati. Lontani dai 48 centesimi al litro che di recente Granarolo ha iniziato a riconoscere agli allevatori, nelle Marche si è ben al di sotto dei costi di produzione anche alla luce degli aumenti che hanno riguardato i mangimi (+90%), il gasolio (+129%) e i concimi (+170%, da 250 euro/tonnellata a 670 euro/tonnellate).
Sotto quest’ultima voce si è assistito al balzo dell’urea da 750-800 euro a tonnellata contro i 350 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo il report di Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato minerale è passato da 170 agli attuali 330 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 450 a 850 euro/tonnellata. Secondo un recente studio del Crea le stalle da latte hanno raggiunto un incremento di costi di oltre 47mila euro. Ma quella del latte bovino è una crisi che va avanti da tempo nelle Marche dove, nel 2021 si sono prodotti meno di 26mila tonnellate di latte, il 42% in meno rispetto a 20 anni fa. Tra crisi finanziaria, crisi bancaria con il fallimento di Banca Marche, terremoto, Covid e ora conflitto ucraino non ci si è fatti mancare davvero niente.
“Il risultato è che nella nostra regione si rischia una desertificazione delle imprese zootecniche – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – che porta con sé anche una perdita di tenuta del territorio. Abbiamo richiamato le cooperative a rideterminare il prezzo del latte bovino perché più che mai in questo momento c’è bisogno dell’impegno di tutti gli attori della filiera, dalle cooperative alle aziende di trasformazione alimentare fino alla distribuzione per far fronte al periodo di emergenza. L’intera filiera agroalimentare è oggi messa a dura prova”.
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