FOCUS GIRONE: scopriamo il Teramo

La Società Sportiva Teramo Calcio srl è la principale società calcistica di Teramo. Il Teramo Calcio nel corso della sua storia ha militato principalmente in Serie C. In totale 18 le apparizioni in C1, mentre 21 sono state quelle in C2.

Storia: alle ore 15.00 del 15 luglio del 1913, i teramani  per la prima volta in città, assistono ad una partita di calcio. In Piazza d’Armi si affrontano  in gara amichevole, due formazioni di “bravi giovanotti” teramani; l’una in casacca biancoceleste, l’altra in casacca rossa. Il calcio fa ufficialmente la sua comparsa a Teramo. Nel 1925 si svolge il primo campionato di calcio regionale. Nel 1928, viene individuata un’area sulla quale allestire un terreno di giuoco, cosicché il 25 agosto 1929 viene fondata l’Associazione Sportiva Teramo, che il 5 settembre si riunisce in Assemblea generale ed elegge il proprio Consiglio Direttivo. Presidente viene nominato, per acclamazione, il cav. Francesco Paolone. Ora Teramo ha una società di calcio ed anche un terreno di giuoco e così, il 27 ottobre 1929, viene inaugurato il “Comunale”. La A.S. Teramo, che ospita la U.S. Osimana, si impone per 2-1; la prima rete della storia del Teramo la mette a segno la mezzala Gaiani II, un fornaio di origine felsinea. Nella stagione 1929/1930 il Teramo partecipa al campionato di Terza Divisione Marche-Abruzzo. I colori societari sono ancora il giallo e il rosso; la squadra teramana infatti assumerà i colori biancorossi solo nella stagione successiva quando l’A.S. Teramo si trasformerà in Associazione Sportiva Società Ginnastica Gran Sasso Teramo. In quell’anno  va in scena il primo derby contro la S.S. Pro Italia di Giulianova. Pochi forse sanno che si trattò del primo derby tra i teramani in maglia giallorossa e i giuliesi in maglia azzurra. L’ambiente è elettrico, il Comunale è stracolmo e sono moltissimi i tifosi arrivati dalla città costiera. Sulla tribuna si verificano incidenti già prima della partita. Atmosfera elettrica e tensione alle stelle, caratteristiche peculiari di una rivalità che accompagna la storia del Teramo Calcio e la sua tifoseria da ormai cento anni. Per la cronaca il risultato finale fu di 1-1. Nell’agosto del 1930 l’ormai fallita A.S. Teramo diventa Associazione Sportiva Società Ginnastica Gran Sasso Teramo,dal nome della “Società per l’Educazione fisica e Sport Gran Sasso d’Italia”, alla quale gli appassionati di calcio teramani si erano rivolti per allargare il campo delle proprie attività sportive creando una sezione calcio. A metà settembre la formazione del A.S.S. Ginnastica Gran Sasso Teramo è pronta, formata completamente da giocatori teramani pronti a vender cara la pelle sul terreno del glorioso Comunale. In quella stagione il Teramo milita nella Seconda Divisione Marche Umbria Abruzzo senza grandi risultati. Le stagioni successive sono stagioni difficili e piene di problemi per il Teramo. Tra mancate iscrizioni ai campionati di seconda e terza divisioni e partite giocate a ranghi ridotti, l’A.S.S. Ginnastica Gran Sasso Teramo non riesce a prendere vita completamente. Nel 1935,la conclusione del campionato abruzzese di seconda divisione decreta la fine della società Gran Sasso e nella stagione 1935/1936 il Teramo resta al palo senza una squadra e senza una società. I teramani però dovranno aspettare poco: verso la metà del 1936 uno “storico” telegramma di Francesco Paolini, grande appassionato e artefice della rinascita calcistica teramana, dà agli sportivi la notizia. Nasce l’Associazione Polisportiva Interamnia, che giocherà nella Prima divisione Abruzzese. Dopo due stagioni l’ “Interamnia” nel 1939 approda per la prima volta in Serie C. Cambia anche la denominazione diventando Associazione sportiva Teramo. Quest’ultima denominazione resterà immutata fino al’interruzione dell’attività calcistica a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nell’euforia susseguente la Liberazione e la fine della guerra, il calcio teramano riprende nuovo vigore e nuovo slancio e nell’estate del 1945 viene organizzato un torneo a cui parteciparono alcune squadre direttamente organizzate dai partiti politici: caldo ovviamente è l’incontro che vede di fronte la squadra della DC e quella del PCI. Sul fronte del calcio professionistico la squadra biancorossa riparte dalla Prima divisione ed il campionato viene strutturato in tre gironi: un girone marsicano, uno montano e uno marino. Nel dopoguerra la stella dell’Interamnia si spegne e la squadra prende il nome di Libertas Teramo, ritrovando nella Prima divisione la seconda squadra di Giulianova,mentre il Giulianova Calcio militava in serie C. La stagione 1946/1947 si apre con una fusione dalla quale la squadra di Teramo esce con una diversa denominazione. Il Presidente della Libertas Teramoned alcuni componenti dell’A.S. Gran Sasso Teramo decidono di fondere i due sodalizi: nasce così la S.S. Teramo che provvede subito ad inoltrare la domanda per l’ammissione alla serie C. Il 27 agosto 1946 la Figc comunica l’ammissione della S.S. Teramo al campionato di serie C. Il Teramo disputa una stagione di tutto rispetto giocando a tratti un calcio esaltante anche contro formazioni con un tasso tecnico più elevato. La permanenza in serie C è raggiunta a fine stagione senza patemi d’animo. Le stagioni 1948/49 e 1949/50 rappresentano per i biancorossi e soprattutto per la società un periodo di cambiamenti, sia societari ma soprattutto economici, con problemi monetari che influirono inevitabilmente anche sui risultati del campo. Il 1950/51 è l’anno della retrocessione dalla Promozione al Campionato di Prima divisione. L’anno seguente però il Teramo torna in Promozione.Dopo il trionfale campionato di Promozione abruzzese 1954/1955 il Teramo si accinge a tornare in IV serie con buoni propositi di ben figurare. Torna ad incontrare squadre come il Pescara, L’Aquila, Chieti e Giulianova ed è motivo di grande soddisfazione sia per la società biancorossa che per i teramani. Una volta tanto nella stagione 1958/1959 il Teramo parte senza problemi economici. La rosa sembra davvero buona e il Teramo infatti disputerà un campionato quasi perfetto con un finale appassionante, chiudendo al secondo posto al pari del Molfetta. In soccorso dei teramani giunse la riforma dei campionati intermedi voluta dal commissario della FIGC, Bruno Zauli: il dirigente sportivo volle che tutte le quattro province dell’Abruzzo fossero ugualmente rappresentate, incluse dunque a tavolino tutti e quattro i capoluoghi nella nuova terza serie. Nella stagione 1959/60 e fino alla stagione 1966/67 la serie C passa da due gironi a 18 squadre a tre gironi sempre composti da 18 squadre. La prima classificata di ciascun girone sarà promossa direttamente in B, le ultime di ciascun girone retrocederanno in serie D. In casa Teramo l’ambiente è euforico: il Teramo Calcio è stato ammesso  in serie C dopo un lungo periodo. Gli acquisti sono naturalmente tanti, ma anche le conferme non sono così poche. Il Teramo chiude il campionato all’ultimo posto con 26 punti, l’ultima squadra ad evitare la serie D è la Reggina distante solo due punti. Nel 1961/1962 il Teramo deve fare i conti con una profonda crisi societaria.         L’A.S. Teramo non riesce ad esprimere un consiglio direttivo e al suo posto viene nominato un comitato di reggenza con il compito di convocare entro trenta giorni i soci vecchi e quelli nuovi per eleggere un nuovo consiglio direttivo. Nel frattempo c’è un campionato da onorare e, nonostante le difficoltà societarie, i giocatori devono dimostrare ancora una volta amore ad attaccamento alla maglia. La crisi però si risente anche nello spogliatoio, con stipendi mai pagati e mensilità arretrate. La situazione si fa difficile ma nonostante tutto il Teramo riesce a salvarsi senza problemi, chiude a 30 punti assieme al Giulianova. L’annata 1962/1963 si rivelerà drammatica per i tifosi teramani con la retrocessione in Promozione. La stagione 1964/1965 è una stagione tranquilla per i Teramani, la squadra naviga sempre a metà classifica e lì finirà il campionato. La stagione successiva sarà quella del ritorno in Prima Categoria: l’incubo diventa realtà.  Dopo diversi anni altalenanti, si arriva all’indimenticabile stagione 1973/74: l’anno del mitico ritorno in serie C. I biancorossi disputano un campionato eccezionale, sugli scudi il bomber Pulitelli (27 presenze, 13 gol), Diodati e De Berardinis. Saranno questi i nomi che faranno del Teramo la “squadra delle meraviglie” del 1974/75, e del Comunale “la scala del calcio” come inneggiava uno striscione ai bordi del Comunale. I biancorossi arrivano al terzo posto, a solo tre punti dal Modena, sfiorando così la serie B. Un anno indimenticabile che ancora oggi riecheggia nella memoria calcistica della nostra città.

La stagione 1983/1984 è quella dell’arrivo dell’indimenticato Rumignani, tecnico preparatissimo dal punto di vista tecnico ma definito dagli addetti ai lavori una “testa matta”. Ercole De Berardis, presidente del Teramo, si affida a lui per puntare decisamente al salto di categoria. “Rumi” punta sulla qualità e dirige in prima persona la campagna acquisti per la stagione. Clamorosi gli arrivi di Canzanese e Bruno Del Pelo. Quest’ultimo difficilmente potrà essere dimenticato dai teramani negli anni a venire, protagonista della magica notte di Ascoli.

Il nuovo allenatore per la stagione 1990/1991 è un tale Luigi Delneri. Viene da una realtà interregionale e non ha nessuna esperienza nei campionati di serie C2. Nel 1993/94: si torna in C. Mister Ammazzalorso e un organico di grande prestigio riportano il Diavolo, alla fine di un entusiasmante testa a testa con la Ternana, nella serie che gli compete. La svolta avviene nel 2001/2002 quando, con in panchina il neo presidente Malavolta (passato al timone della società nel 1997 e a cui si dovrà il fallimento del Teramo qualche anno più tardi) la squadra ottiene la promozione in C1 dopo 14 anni. Nonostante un ottimo campionato di C2 nella stagione 2007/2008, l’ombra del fallimento che aleggiava già un anno prima, si è materializzato e ha costretto la società a ripartire dalla Promozione. Il 15 luglio 2008, nel giorno del suo 95º compleanno, il Teramo è stato radiato dalla C2. In seguito al fallimento del Teramo Calcio, una nuova società viene iscritta con il nomedi  Real Teramo nel campionato di Promozione Abruzzo.  Appena dopo, la presidenza viene però assunta interamente dall’imprenditore del dolciario Luciano Campitelli. I biancorossi hanno chiuso la stagione al primo posto toccando quota 91 punti . Nel 2009/2010 i biancorossi, arrivano in Serie D. La stagione 2010/2011 in serie D parte con grandi propositi e con l’obiettivo dichiarato di fare almeno i play-off che arrivano. I teramani però devono arrendersi al Rimini. La stagione 2011/2012 in serie D parte con l’obiettivo dichiarato di vincere il campionato. Torneo difficile al cui Rimini, compagine blasonata dell’anno prima insieme al Teramo, si sostituisce la neopromossa Ancona ed una Sambenedettese con maggiori spunti tecnici rispetto all’anno precedente. Alla guida dei teramani arriva Roberto Cappellacci. Il campionato parte con un pari contro la Civitanovese, poi 5 vittorie consecutive (tra cui l’1-3 a San Benedetto del Tronto) dimostrano subito le potenzialità della squadra che porta ritorna tra i professionisti con una giornata d’anticipo. La stagione 2012/2013 in Lega Pro Seconda Divisione, inizia con qualche difficoltà per la compagine Abruzzese, che raggiunge comunque i play off all’ultima giornata. La finale con L’Aquila non va nel modo giusto, e a festeggiare sono i rossoblu. Classificandosi terzi nel passato campionato, i biancorossi acquistano il pass per la Lega Pro 2014/2015.

Squadra: il tecnico degli abruzzesi è Vincenzo Vivarini, ex allenatore di Aprilia, Chieti e Renato Curi. E’ stato confermato lo zoccolo duro della passata stagione che bene ha fatto nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione. Diversi giovani invece indosseranno per la prima volta la maglia biancoazzurra. Sono arrivati infatti alla corte di mister Vivarini due difensori ventenni: Brugaletta dalla Primavera del Catania e da tempo in orbita prima squadra, e Perrotta dalla Primavera del Pescara. Vivarini si è portato in Abruzzo il centrocampista Amadio, lo scorso anno ad Aprilia, mentre in avanti il pezzo forte della società è il classe 90’ Donnarumma, arrivato sempre in prestito dal Pescara.

Obiettivo stagionale: mantenere la categoria (zona medio-alta della classifica)

Stadio: lo Stadio Gaetano Bonolis è lo stadio calcistico dove il Teramo Calcio disputa le sue partite interne. Situato nella località di Piano d’Accio, attualmente è omologato per 7.498 posti, ma con la capienza massima è di 13.000 spettatori. L’impianto è stato realizzato da una società privata (Verdebosco srl) per conto del comune di Teramo, che lo ha dato in gestione per 30 anni alla stessa società in cambio della costruzione dell’impianto. Alla fine dei 30 anni di gestione, il comune lo riavrà indietro a titolo gratuito. Inizialmente la società Verdebosco doveva essere composta al 50% da privati e dal restante 50% dalla Teramo Calcio; in seguito al fallimento sportivo della società avvenuto nel 2008, le quote sono state vendute e la società non è più co-proprietaria dell’impianto come inizialmente previsto. Il 31 gennaio 2014 il consiglio comunale della città ha deciso di intitolare lo Stadio Comunale di Piano d’Accio a Gaetano Bonolis, storico medico sociale del club morto nel 2013.

Fabio Nazzari

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