Flat Tax al 7% per i pensionati che si trasferiscono nel cratere. Castelli: “Un segnale, ma serve altro per scongiurare lo spopolamento”

Rivitalizzare il tessuto sociale ed economico dell’area del Cratere attraverso politiche fiscali mirate e interventi normativi immediati: è quanto propone l’Assessore regionale al Bilancio e alla Ricostruzione Guido Castelli, commentando quanto disposto, la scorsa settimana, dal Decreto “Sostegni Ter” che fissa l’aliquota al 7% per i pensionati residenti fuori dai confini italiani che decidano di trasferirsi nel cratere.

“Si tratta di una misura, certamente, utile per incentivare lo spostamento di residenza nei Comuni più piccoli del cratere sull’onda dell’esperimento avviato con successo negli ultimi anni da alcuni Paesi Europei – spiega Castelli – tuttavia, tale disposizione, varata dal Parlamento, non può certo bastare per rivitalizzare il vasto territorio regionale devastato dal sisma del 2016”.

“Almeno nel primo anno di applicazione, l’imposta sostitutiva del 7% ( già introdotta per le regioni del Mezzogiorno) ha avuto un utilizzo molto ridotto, con non più di una cinquantina di adesioni. Questo significa che la misura deve essere promossa, sistematizzata e divulgata con gli strumenti più adeguati, coinvolgendo anche buyer, operatori e agenzie immobiliari. Ideale ovviamente sarebbe che la flat tax non fosse limitata ai pensionati che arrivano dall’estero ma che riguardasse complessivamente le famiglie e le imprese disposte ad insediarsi nel cratere. Detto questo, mi sembra contraddittorio che nello stesso momento in cui si vara la misura per l’insediamento dei pensionati nell’entroterra, non si proroghi la norma che autorizza la deroga al numero minimo di studenti necessario secondo il DPR 81/2008 per la formazione delle classi nelle scuole del cratere”

“In tale direzione, riteniamo che sia fondamentale riproporre quanto fu stabilito dall’articolo 18 bis del Decreto legge 189 proprio al fine di consentire il mantenimento delle attività didattiche per il tempo necessario al completamento della ricostruzione.  Ove ciò non accadesse si infliggerebbe un colpo molto duro alla strategia di rivitalizzazione del cratere che stiamo alimentando anche attraverso le importanti risorse del fondo complementare sisma. Altra situazione gravemente contraddittoria è quella relativa al credito d’imposta per gli investimenti sviluppati dalle imprese del cratere nel 2021. Una vera odissea per gli imprenditori che avevano confidato in una agevolazione di cui ancora l’Unione Europa non ha certificato la compatibilità con il regime degli aiuti di Stato. E ciò nonostante una norma della Stato. Per rilanciare il cratere servono molte cose ma soprattutto serve che scuole e imprese siano salvaguardate”.

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