Flammini (LeU): “Ecco il mio progetto per far ripartire il lavoro”
ASCOLI PICENO – Il candidato alla Camera per “Liberi e Uguali” PierPaolo Flammini risponde al gruppo “Disoccupati Piceni” esponendo la sua teoria sul lavoro.
Flammini sottolinea che “Se ho accettato la candidatura come indipendente nella lista Liberi e Uguali, collegio uninominale della Camera di Ascoli Piceno, la motivazione principale riguarda proprio il tema del lavoro: perché questo è l’aspetto che qualifica una società come democratica o meno. Perché di recente ci siamo battuti per difendere quella “Repubblica fondata sul lavoro” che è alla base della nostra Costituzione e che è stato l’elemento sul quale si sono basati i decenni di progresso repubblicano, fino a quando, almeno, le ideologie delle destre non hanno ottenuto la loro rivincita. Costituzione che abbiamo difeso ma che adesso va attuata, invertendo l’ordine della storia.Vi posso dire in che modo intendo promuovere il mio impegno, in caso di candidatura, e in che modo la lista Liberi e Uguali, a livello nazionale ma anche nelle Marche e nel Piceno, si sta organizzando. Innanzitutto vengo alla mia posizione. Anche se alcune delle vostre considerazioni sono condivisibili, io ritengo che compito di un parlamentare non sia meramente quello di dire dei “sì” fine a se stessi, ma quello di condividere con i cittadini, meglio ancora se organizzati e quindi in grado di fare sintesi, delle proposte. Per questo motivo in caso di elezione organizzerò un sistema di ascolto continuo, che ho chiamato “Centro Piceno per la Partecipazione”, in grado di mantenere un contatto vivo e verificabile con il parlamentare. Lo scopo principale sarà quello di tradurre in disegni di legge le proposte del territorio, e dunque sarà necessario un lavoro di coordinamento, verifica, la consultazione di esperti, l’organizzazione di incontri. Ma anche se non portasse automaticamente ad un disegno di legge, questo lavoro in tandem avrebbe l’effetto di coinvolgere la cittadinanza, costringerla a pensare un proprio futuro, capire il valore del confronto, dello studio, dell’organizzazione”.
Penso in particolar modo alla necessità di compiere questo processo con i più giovani, purtroppo abbandonati dalle istituzioni in un fase fondamentale della loro formazione, ma anche nelle zone del Cratere, dove i residenti dovrebbero immaginare il futuro della loro area e il Governo e la Regione conformarsi alla loro volontà e non viceversa. Oppure anche alle categorie economiche tra cui, ovviamente, anche gruppi come i Disoccupati Piceni. Il tema del lavoro, e vengo al programma della lista Liberi e Uguali, è per noi fondamentale. Bisogna invertire il dominio del liberismo nella politica economica: non c’è futuro, neanche per le piccole e medie imprese artigianali e industriali e per il piccolo commercio, in una politica di precarietà del lavoro, in bonus regalati a pioggia come mance elettorali e senza un’idea di società. Servono investimenti pubblici soprattutto in tante e piccole opere a livello urbano o provinciale: investimenti nella messa a norma del territorio, sicurezza sismica, istruzione, riconversione ecologica dell’industria, sanità. Questo è sviluppo verso un mondo migliore, non le balle delle “flat tax” per i super-ricchi o inimmaginabili tagli alla spesa pubblica nel momento in cui non abbiamo più servizi pubblici gratuiti, ormai (penso alla sanità, all’università, alla chiusura di Province, Tribunali, Autorità di Bacino, ai tagli alla scuola e via dicendo). Lo sviluppo lo aveva capito Keynes ma soprattutto i Padri Costituenti che nella Costituzione sancirono il patto tra lavoratori e categorie sociali e la Repubblica. Io sono qui per ricostruire quel Patto, venuto meno e che troppe forze vogliono ancora indebolire. Non dovrà accadere”:
E infine “Per questo vi invito caldamente ad essere presenti all’incontro che si svolgerà martedì 20 febbraio alle ore 18 alla Sala dei Savi di Ascoli Piceno. Qui il giuslavorista Piergiovanni Alleva sarà il relatore del convegno “Il lavoro, quello buono”, e presenterà la sua proposta di legge finalizzata alla riduzione della settimana lavorativa da 5 a 4 giorni, a parità di salario, in accordo tra impresa e lavoratore. Non astrazioni o elemosine, dunque, ma azioni concrete per cambiare questo Paese. Senza retorica, coi fatti”.