Il 18 gennaio la sfilata delle maschere storiche dei carnevali italiani
Festa della Liberazione nel ricordo del partigiano Scalabroni
ASCOLI PICENO – Festa della Liberazione incentrata nel ricordo del partigiano ed ex presidente dell’Anpi William Scalabroni, recentemente deceduto in un incidente stradale. La giornata è iniziata con la deposizione della corona dinanzi al Palazzo del Governo, in piazza Simonetti, quindi le autorità civili e militari si sono dirette a piazza Roma, dove è stata deposta una corona sul monumento ai caduti sulle suggestive note del Silenzio. Successivamente, sul Colle San Marco, ha avuto luogo il solenne omaggio ai caduti sul cippo e sul sacrario seguito dagli interventi pronunciati dai rappresentanti delle istituzioni.
“Oggi è il compleanno di tutti gli italiani” ha detto il presidente dell’Anpi provinciale Pietro Perini, che ha reso omaggio a Scalabroni, al quale il sindaco Castelli ha annunciato di voler “intitolare uno spazio cittadino o una via per ricordarne e perpetuarne l’esempio”. Nell’occasione sul Colle, tradizionale luogo di commemorazione e meta della gita fuori porta del 25 aprile, sono arrivate migliaia di persone, per lo più giovani. “Con Scalabroni se n’è andato l’ultimo dei partigiani e questo è il primo 25 aprile che celebriamo senza di loro qui a Colle San Marco dove sono morti tanti giovani per la libertà – ha aggiunto Perini -. I partigiani della banda di colle San Marco ci hanno passato il testimone e, sul loro esempio, noi ci siamo assunti l’impegno di portare avanti la Resistenza”. Il prefetto Rita Stentella ha ricordato che “i diritti civili sono un patrimonio prezioso, costato la vita ai nostri avi e che va quindi difeso giorno dopo giorno. Libertà e democrazia – ha continuato – non sono per sempre, accanto ai diritti e alla democrazia ci sono doveri e responsabilità che ognuno di noi deve sapersi assumere”. “L’antifascismo – ha dichiarato invece Paolo D’Erasmo, presidente della Provincia – è il nostro principio fondante e non è un’opinione. Senza l’antifascismo non saremmo una comunità democratica”.
Lascia un commento