Ferrovia Salaria, Fede (M5S): “Lo studio di fattibilità finanziato grazie a noi terminerà entro la fine dell’anno”

Per la Ferrovia dei Due Mari il sottoscritto, insieme al presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato, Mauro Coltorti, abbiamo ottenuto 40 milioni di euro per lo studio di fattibilità dellopera. Una svolta importante dopo decenni di promesse elettorali. Stando al Sistema Informativo Opere Strategiche, RFI ha iniziato a lavorare a questopera lo scorso aprile e concluderà entro il mese di dicembre”.

Così il senatore Giorgio Fede, candidato come capolista nel listino plurinominale, in risposta allarticolo del comitato Ferrovia Salaria che ha chiesto ai candidati informazioni e una presa di posizione circa la realizzazione della tanto attesa quanto necessaria tratta. 

Quando siamo arrivati al governo – spiega – la ferrovia dei Due Mari era ferma da secoli e non cera nulla di concreto. Le cose sono cambiate dal 2018. In commissione Lavori Pubblici, io e il presidente Mauro Coltorti, abbiamo chiesto e ottenuto uno studio di fattibilità. Questo è il punto essenziale di partenza per qualsiasi opera. Con tale passaggio sarà possibile valutare come completare lopera, soprattutto per le tratte mancanti che sono Rieti – Passo Corese e Ascoli – Antrodoco. È stato solo grazie allazione parlamentare del M5S – sottolinea ancora – se c’è stato questo passo in avanti: ritengo necessario precisarlo perché, ahimé, troppo spesso si travisano funzioni e competenze. Infatti RFI risponde solo al Governo e al Parlamento attraverso Anas”.

“Noi del M5S abbiamo ottenuto il finanziamento di 40 milioni di euro che ricadrà sui territori, dopo di che potrà esserci lazione conseguente degli enti territoriali. Ad esempio, i comuni dovranno decidere come inserire il tracciato nei piani regolatori e come facilitare lavanzamento dellopera affinché non si blocchi a causa di vicende locali. Da inizio legislatura seguo questa vicenda riuscendo, con il collega Gabriele Lorenzoni e con il costante appoggio del Presidente Coltorti, a rilanciare concretamente un progetto che era in stallo da oltre un secolo e che offrirebbe un futuro ai territori colpiti dal terremoto che, senza adeguate infrastrutture, non potranno considerarsi completamente ricostruite”.

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