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Falco e Baiocchi sul “Madonna del Soccorso”: «La Casini esulta, ma i dati dicono altro»
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Questa mattina abbiamo ricevuto un comunicato vergato dal dottor Nicola Baiocchi e dalla consigliera Rosaria Falco. Arriva quindi una dura presa di posizione da parte del comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” sulle esternazioni fatte dalla vicepresidente regionale, Anna Casini.
Nel testo prodotto si mette in luce come la Casini, esultando per i lavori di rifacimento e di adeguamento termico del “Madonna del Soccorso”, non abbia confutato definitivamente la tesi che il nosocomio per acuti verrà chiuso.
La data menzionata è quella del primo agosto di due anni fa. In quell’occasione vi fu la presentazione da parte dell’attuale Governatore ai sindaci, afferenti al territorio dell’Area Vasta 5, delle immagini del nuovo polo ospedaliero di Pagliare. Le due strutture di Ascoli a San Benedetto del Tronto venivano definite come “strutture con limitati posti letto gestite da infermieri, in cui l’assistenza è assicurata dai medici di base, dai pediatri di libera scelta o da medici del Sistema sanitario nazionale”.
Questa è la definizione normativa per antonomasia di “Ospedale di comunità”. Di fatto è una struttura territoriale che non ha nulla a che vedere con un ospedale per acuti. Nel “Balduzzi” non si parla mai di “pazienti acuti”, nè di Pronto Soccorso coi vari codici d’ingresso, dati in fase d’accettazione.
Nel comunicato si riporta anche un documento – risalente a luglio 2014 – prodotto da Area Vasta 5. L’ospedale della Riviera aveva 237 posti letto, con 24 destinati ai lungodegenti. Vi sarebbe un’incongruenza (per difetto) di sei posti tra quelli effettivi e quelli normati dal DGR 735/13. Nel luglio 2015, sempre con un altro documento, questi numeri scendevano ancora (208 posti letto e 6 per la lungodegenza). Nello stesso anno, ma a dicembre, venivano reportati in un altro testo ufficiale 233 posti letto, con 24 destinati alla lungodegenza. Ultimo, a chiosare il discorso, venivano rendicontati nel 2020, e sempre con documentazione ufficiale, 206 posti letto (11 per lungodegenti). Accettati con beneficio d’inventario quest’ultimi posti letto dichiarati, continuano a mancarne 40, stando ai parametri del “Balduzzi”. Il Comitato interroga la vicepresidente sul perché di questa carenza, invitandola al prossimo incontro pubblico in fase di organizzazione.
Le dichiarazioni di Rosaria Falco
«La Casini si mostra esultante, ma i dati continuano a raccontarci un’altra storia. Non sono questi gli investimenti che ci permettono di credere ad un cambiamento di rotta sull’ospedale di Pagliare. Sappiamo per certo che il “Madonna del Soccorso” è in sofferenza. Sappiamo per certo che non vengono rispettate le turnazioni richieste, sappiamo per certo che il personale lavora sotto stress fisico, sappiamo che gli operatori-covid non hanno ancora visto una lira… Lavorare in queste condizioni vuol dire esporre gli operatori a possibili errori per stanchezza; che, in gergo, vuol dire incorrere in errori che possono rivelarsi fatali, con le conseguenti responsabilità. La Casini continua a decantare un simulacro. Sono a disposizione di tutti – sulla pagina del Comitato, ndr – le foto dei reparti vuoti, con i macchinari accatastati.
Serve un discorso di razionalizzazione del personale tra le due strutture, visto che la legge chiede questo. Vediamo anche le percentuali di dimissioni ospedaliere di pazienti che non sono stati stabilizzati. Questo lo possiamo dire dal confronto diretto che abbiamo con gli utenti. Tutto il quadro parla di una realtà in sofferenza. Restiamo a disposizione per un confronto con la vicepresidente, purché sia un reale dibattito, non un continuo glissare. In tutto questo stanno anche mancando i sindaci del territorio. Non riescono a mettersi ad un tavolo e parlare di quali reparti tenere, evitando la duplicazione degli stessi. Un ospedale, per definirsi tale, deve mantenere al suo interno tre reparti: Medicina, Chirurgia ed Ortopedia. Sul resto c’è margine per trovare un accordo, ma sta mancando la volontà.»
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