Fai, al primo posto tra i luoghi del cuore delle Marche c’è la Chiesa di Sant’Angelo Magno

A meno di due mesi dal lancio del 12° censimento de “I Luoghi del Cuore”, promosso dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, la partecipazione di chi ama il patrimonio di storia, arte e natura dell’Italia e desidera salvaguardarlo è straordinaria. Già 450.000 voti online e cartacei sono stati raccolti finora (il voto prosegue fino al 10 aprile 2025 su iluoghidelcuore.it e mediante i moduli cartacei scaricabili dal sito): uno dei migliori risultati iniziali mai registrati in vent’anni di programma. Migliaia di persone hanno segnalato ad oggi oltre 20.000 luoghi e molti si stanno unendo per promuovere la raccolta voti; partecipano associazioni ed enti già costituiti, dalle Pro Loco a realtà culturali ben radicate sui territori, come pure Comuni, Parrocchie e scuole, ma nascono anche molti gruppi e comitati ad hoc, spesso ampiamente partecipati dalla società civile: sono 105 quelli attivi al momento, presenti in 18 regioni. Una mobilitazione virtuosa e carica di ottimismo, che anima ogni angolo del Paese – la prima regione per numero di voti raccolti finora è la Lombardia, seguita da Puglia e Veneto – e coinvolge adulti e ragazzi, italiani e stranieri, ovvero chiunque abbia a cuore un luogo e voglia fare la propria parte per contribuire a salvarlo, curarlo, valorizzarlo e dargli un futuro.

A oggi il luogo nelle Marche al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è Chiesa e chiostro di Sant’Angelo Magno ad Ascoli Piceno. Entrambi erano parte di un monastero femminile di probabile origine longobarda, realizzato in posizione elevata rispetto all’abitato, nell’odierno Sestiere Piazzarola. Un’attestazione precisa risale al 1218, quando l’imperatore Ottone II ne fece dono al vescovo della città. Fu sede di monache benedettine, poi clarisse, fino al 1460, quando le religiose furono obbligate a trasferirsi lasciando il posto ai monaci olivetani. Dopo un breve passaggio ai camaldolesi nel 1830, il complesso fu soppresso e passò quindi al neonato Regno d’Italia nel 1861. Gravemente danneggiata dal sisma del 2016, la chiesa, chiusa da allora, era tornata al centro dell’attenzione cittadina nel 2018 grazie alla nona edizione del censimento del FAI “I Luoghi del Cuore”, quando fu votata da quasi 5.000 persone. Dal censimento è partito poi un iter, lungo e complesso, conclusosi con l’approvazione di un progetto esecutivo di restauro, che porterà alla restituzione della chiesa alla città. La nuova partecipazione al censimento 2024 vuole porre l’attenzione sul chiostro seicentesco, decorato da 36 lunette che narrano la vita di San Benedetto, in un ricco ciclo affrescato anch’esso bisognoso di recupero.

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