Eugenio Coccia e San Benedetto festeggiano il Premio Nobel per la Fisica
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La città di San Benedetto del Tronto riceve “un pezzo” di Premio Nobel.
L’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha assegnato il Premio Nobel per la Fisica alla scoperta delle onde gravitazionali. Le onde gravitazionali costituiscono uno dei capisaldi essenziali della Teoria della relatività generale formulata più di 100 anni fa da Albert Einstein e confermata sperimentalmente grazie alla collaborazione internazionale Ligo-Virgo e al funzionamento congiunto dei 3 interferometri situati in America e in Italia.
Tra i firmatari dell’articolo sulla scoperta delle onde gravitazionali pubblicato su Physical Review Letters ci sono il rettore Eugenio Coccia e docenti, ricercatori e allievi del GSSI (Gran Sasso Science Institute). Il Fisico Eugenio Coccia di origini sambenedettesi è stato insignito del Premio Truentum il 21 dicembre del 2013; già in quell’occasione in una sala consiliare gremita di studenti e cittadini tenne una “lectio magistralis” dal titolo “Le onde gravitazionali; l’ascolto dell’universo” compiendo un fantastico “viaggio” nelle scoperte della fisica moderna partendo dalla nascita del sole, passando per la descrizione delle altre stelle, fino ad arrivare alla trattazione, sempre con termini semplici e suggestivi, dei buchi neri, dei neutrini e appunto, quasi come presagio, delle onde gravitazionali.
Il prof Coccia nato a San Benedetto 61 anni è professore ordinario di Fisica della Gravitazione presso l’Università “Tor Vergata” di Roma. La sua attività si è svolta nell’ambito della fisica astroparticellare e, in particolare, nella ricerca delle onde gravitazionali. Attualmente è rettore del Gran Sasso Science Institute (Gssi) dell’Aquila e commenta con queste parole la notizia del Nobel per la Fisica; «Finalmente, l’atteso riconoscimento per una delle scoperte più importanti dei nostri tempi: è un’enorme soddisfazione per il GSSI annoverare il professore Barish tra i membri del Comitato Scientifico. La sua presenza è stata importante per l’Istituto e per i nostri ricercatori che al GSSI proseguono la ricerca sulle onde gravitazionali».