Dl Rilancio, Franchi: «Punto di partenza, ma è da sistemare»


ARQUATA DEL TRONTO – Recentemente è stato emanato il Dl di agosto, il c.d. “Decreto Rilancio”. Tante le personalità e le cariche politiche che hanno voluto commentarlo, sia prima che a testo approvato.
Oggi abbiamo contattato Michele Franchi, presidente della “Comunità del Parco” (figura di raccordo tra gli amministratori presenti nel territorio del “Parco”), nonchè vicesindaco di Arquata.
Gli abbiamo chiesto un commento su questa manovra, avendo come focus le esigenze della sua terra.

«Per noi è un ottimo punto di partenza – dice Franchi -, ma ci sono delle cose che si devono sistemare. Lo faremo sicuramente presente nelle prossime cabine di regia e nei prossimi incontri col commissario Legnini. E’ fondamentale il fatto che sia stato prorogato lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre del 2021 con finanziamento di 300 milioni. Allo stesso modo è stata prorogata – con la stessa nuova scadenza, ndr la zona dei benefici fiscali e la franca urbuna, ma qui chiediamo una distinzione.

Cosa intendo? Noi vogliamo una zona speciale. Non per fare una guerra tra poveri, ma per aiutare le zone più martoriate, quelle del “vero” cratere. Dove c’è tutto a terra. Stiamo parlando di quei dieci, dodici Comuni che hanno all’interno del proprio territorio delle aree interne completamente rase al suolo.
Sono altrettanto rilevanti il rimborso sulla Tari, visto che non sarà riscosso dai Comuni del cratere e le nuove agevolazioni sulle utenze ed il recupero delle bollette sospese. Non possiamo tornare a pagare tutto insieme, sarebbe davvero un problema per le tasche dei cittadini del cratere.

Anche la questione riguardante il personale merita una menzione, facendo le giuste valutazioni e distinzioni. Va benissimo la proroga dei contratti fino al 2021 di tutto il personale impegnato nella ricostruzione (quindi sia per gli uffici speciali che per i Comuni), ma non è totalmente soddisfacente il meccanismo d’avvio della loro stabilizzazione. Per ora varia da Regione a Regione e dagli stessi enti locali. Magari l’Usr – Ufficio Speciale per la Ricostruzione, ndr – potrà farlo (stabilizzarli), ma non credo che tutti i Comuni potranno economicamente riuscirci. Un Comune come quello d’Arquata, ad esempio, non potrà permetterselo in futuro.

Questa è una cosa che deve essere rivista. Rischiamo davvero di svuotare gli organici comunali, portando tutti i tecnici, i professionisti e gli amministrativi a lavorare negli uffici della ricostruzione. Rischia di essere un’arma a doppio taglio. Chiediamo sicuramente chiarezza ed un aiuto per quei piccoli Comuni che non potranno permetterselo, stando al proprio bilancio.
Questa è una cosa che rivedremo sicuramente nei prossimi giorni. Siamo sicuri che il commissario possa portare avanti questa richiesta.
Stiamo anche ragionando e lavorando con gli altri amministratori per la ricostruzione privata ed i piani di recupero attuativi (di ricostruzione). Il PSR (Programma Straordinario di Ricostruzione) dobbiamo deciderlo con gli uffici speciali, col commissario ed il vicecommissario. Nei prossimi giorni, come detto, avremo degli incontri con Legnini.

Siamo convinti che ci siano dei buoni punti di partenza ma non dobbiamo fermarci. Dobbiamo fare due passi in avanti, non uno. Per noi è cruciale avere del personale stabilizzato. Confidiamo, e lo ripeto, nella capacità del commissario di trovare una soluzione.»

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