Dl agosto, Castelli: «Rischio dumping fra Marche e Abruzzo»

dl agosto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dl agosto, Fratelli d’Italia attacca la misura annunciata dal governo a favore delle imprese: «Se le Marche rimangono escluse, rischiamo il dumping».

Per i meloniani il decreto Agosto creerebbe delle situazioni di disparità economica che indurrebbe le ditte Picene a trasferirsi in Abruzzo per non subire una forte penalizzazione sul mercato. «Il dl – dice il commissario regionale Emanuele Prisco – che ancora non esiste, può dar vita a fenomeni di dumping con la vicina provincia di Teramo. A pochi metri di distanza, infatti, le aziende potranno beneficiare di una decontribuzione importante, mentre da noi no. Ma le criticità non finiscono qui. Questa zona infatti è fortemente interessata da una crisi, quella del post sisma, alla quale ancora non è stata data una soluzione. A quattro anni dal terremoto, infatti, la ricostruzione non è partita. Per tornare alla pandemia, le Marche sono state il territorio più colpito in termini economici, e soprattutto per l’incapacità di gestione dell’attuale classe dirigente».

Nel dibattito si inserisce Guido Castelli. «Vogliamo dire qualche numero? – dice l’ex sindaco di Ascoli Piceno – nei primi 5 mesi del 2020, nelle Marche, ci sono state cessazioni di imprese pari al 23,8%, a fronte di una media nazionale del 16,4%. E il paradosso è che nella provincia di Ascoli la percentuale sale al 28%».

«Il sostegno del governo alle imprese – dice il capogruppo di Fratelli d’Italia al parlamento europero Carlo Fidanza – viene declinato in modo quantomeno discutibile. I semplici sgravi contributivi non hanno il potere di reindustrializzare un’area in crisi. Ci vogliono interventi per le infrastrutture, per ridurre il gap digitale, nonché la lotta alla criminalità organizzata. Tutto questo poggia sul Recovery Fund da 209 miliardi a fondi perduto. Ma queste risorse non le vedremo prima di giugno o luglio 2021. Per allora sarà troppo tardi. La cosa importante è coinvolgere le opposizioni per capire dove e come destinare le risorse. Ricordiamoci che i fondi europei sono in realtà soldi italiani, che quindi ci spettano. Soldi anche dei sambenedettesi».

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