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Distretto mela rosa: non più solamente un sogno. L’obiettivo è lavorare per la DOP
MONTEDINOVE (AP) – A Monte San Martino si è svolto un incontro, programmato nello scorso ottobre e rimandato a causa della pandemia, tra tutti i territori che detengono la maggior produzione di questo antico frutto. A fare gli onori di casa ci ha pensato il sindaco Matteo Pompei. Presenti anche il Presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri (Giampiero Feliciotti), i sindaci Del Duca (Montedinove) e Vallesi (Smerillo). Una tavola rotonda che ha unito tre territori: l’ascolano, il maceratese ed il fermano.
L’idea è quella di unire le forze, dopo anni di tentennamenti vari, si è riusciti a mettersi al tavolo. Il tutto è nato da degli inviti reciproci tra sindaci durante le fiere organizzate dai propri paesi. In quelle occasioni c’è stato modo di conoscersi ed iniziare a ragionare su un prodotto unitario.
“Abbiamo ogni anno una richiesta enorme di mela rosa.” Queste sono le prime parole pronunciate dal sindaco di Montedinove. “E‘ un prodotto che, ormai, ha degli estimantori anche in Canada o in Usa. Si tratta di un frutto versatile, che può essere utilizzato anche nell’industria cosmetica, senza dimenticare tutte le sue declinazioni nell’industria alimentate (aceto, sidro, birra, spumanti, marmellate, ecc…) o nel farmaceutico. Non mancano infatti delle lozioni o pomate preparate con questa mela. Il problema è la carenza dell’offerta, ad oggi. Si badi bene, noi vogliamo lavorare per la DOP. Questo vuol dire avere a cuore tutta una serie di caratteristiche che cozzano con l’idea di realizzare dei frutteti intensivi. Dobbiamo lavorare per avere un prodotto di qualità, lontano da quelli soggetti ad un ampio uso di pesticidi. Stiamo parlando di un alimento antico, riportato in auge nella metà degli anni ottanta, e di un presidio Slow food. Lo scorso anno era stata anche resa pubblica una ricerca dell’Unicam che ne decantava le qualità, diventando anche oggetto di pubblicazione sulla rivista internazionale «International Journal of Food Sciences and Nutrition». Quello che mi preme dire è che spesso vediamo tanti giovani distanti dalla terra, preferendo la certezza di un lavoro in fabbrica, anche se questo non li rende felici. Noi vogliamo lavorare per portare degli incentivi che possano permette di tornare a coltivare i nostri ettari con questi prodotti. E’ altrettanto importante dire che un campo o un appezzamento di terra che viene abbandonato, lasciato al proprio destino, diventa un bosco. Abbiamo scelto di iniziare un percorso per fare sistema tra di noi, provando ad ottenere insieme delle regole e dei finanziamenti che ci permettano di partire. Un frutteto non risponde a regole «normali», varia in base alla stagione, e non è detto che per i primi anni metta dei frutti. Noi dobbiamo avere la possibilità di difendere un prodotto unico e genuino, senza scendere di livello qualitativo. L’incontro, avvenuto due sere fa, è l’inizio della costruzione di un distretto che ci permetta, finalmente, di rispondere alla domanda che annualmente abbiamo su tale prelibatezza. Il nostro desiderio è quello di coinvolgere vieppiù altri sindaci: abbiamo bisogno di tutti. Oggi noi – sindaci, ndr – non dobbiamo più solamente pensare alla parte amministrativa, dobbiamo anche pensare al territorio, affinchè non venga abbandonato. Dobbiamo dare lustro ai nostri prodotti tipici, questa è una chiave di volta per rilanciare anche le nostre strutture ricettive.”
Le varie componenti si sono lasciate dopo avere redatto un programma di appuntamenti, delimitando le aree di confine dei vari territori comunali. Avverrà anche un’analisi dei terreni per capire dove vi è l’esatta composizione per fare in modo che la mela rosa possa maturare al meglio. “Riteniamo tutto questo un volano per tutto l’entroterra“, ha chiosato Del Duca.
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