“Dipende da noi” si presenta alle regionali: “Partiamo dal basso, Mancini nostro candidato Presidente”

ASCOLI PICENO -Presso la libreria “La Rinascita” si è svolta la conferenza di presentazione del movimento “Dipende da noi“, una lista che si presenterà alle prossime regionali e che vedrà come candidato alla carica di Governatore Roberto Mancini.

Ad aprire la conferenza ci pensato – nel ruolo di moderatrice – Paola Petrucci. Subito ha voluto chiarire che “siamo nati a Gennaio con l’idea di provare a dare una speranza. Abbiamo iniziato a raccogliere i segnali che i cittadini ci inviavano, e poi delle adesioni alla nostra idea. Crediamo fermamente nella democrazia partecipata. Questo è un progetto condiviso da tante componenti dell’universo di sinistra. Faremo più incontri, abbiamo sicuramente in cantiere un momento preciso per la zona colpita dal terremoto. Io mi sono sempre spesa per la società. Credo fortemente in questa proposta che siamo riusciti ad elaborare.”

La moderatrice ha poi lasciato al parola al candidato di punta della lista, ovvero Roberto Mancini.

“Finora abbiamo un modo di palesarsi attivi nascondendosi dietro a degli slogan. Vogliamo proporre un sentimento di fiducia, fiducia trasformativa. Questo modo di fare ci porterà a generare una via diversa. Non basta evocare il cambiamento per far si che le cose mutino. La società – secondo la nostra visione – non è un mercato. Le aziende – sempre secondo la medesima visione –  sono state messe sotto un’economia finanziaria…

Che contributo vogliamo portare?

L’esito di questo modo di governare è diventato sinonimo di abbandono per la collettività. Questo è diventato terreno per generare la disperazione. Basta parlare con le persone prenderne consapevolezza.

C’è una popolazione abbandonata, le Marche a loro modo avevano elementi di unità civile, purtroppo si è andati nella parte opposta… Questo ha dato campo libero ai demagoghi. Su di loro dobbiamo comprendere che il problema non è di chi li ha votati, è di chi li ha lasciati soli…

Dobbiamo aprire un canale per uscire dall’individualismo. La situazione che oggigiorno vediamo deriva da una mancanza di risposta da parte del PD, un PD molto più simile a quello umbro che emiliano-romagnolo. Rispetto alla dispersione dei voti – che già chi è stata sollevata appena nati – dico che noi abbiamo come obiettivo quello portare a votare chi non voterebbe mai la lista di Centro-Sinistra. Non dimentichiamo che è ancora l’astensione il primo partito nelle Marche… Alle elezioni andremo da soli, dopo saremo apertissimi a dei confronti. Dobbiamo innanzitutto ricostruire una comunità.

Siamo riusciti a mettere insieme tante anime che facevano capo a correnti come “LeU” o “Rifondazione Comunista” o “Potere al Popolo”, chiunque ha scelto questo progetto però lo ha sposato a titolo personale, senza bandiere di alcun tipo.

Le regionali sono un passaggio – pur volendo esserci in modo serio davanti a questo appuntamento – per creare davvero un movimento. Per noi la Costituzione è un testo da applicare a pieno, anche a livello regionale. Di essa l’Articolo 3 è il cuore di tutto.

Vogliamo realizzare una sinistra etica.  Questo aggettivo deriva dal termine greco “Ethos”– “il posto da vivere” -. Noi, infatti, vogliamo la capacità di abitare in una regione accogliente.

A noi interessa un metodo diverso, una risposta che velocizzi anche la ricostruzione, ma deve essere antisismica anche la comunità civile.

Una sanità che non deve essere lontana. Dobbiamo, in maniera sempre più forte, ridurre la distanza tra l’esigenze dei cittadini e la tutela della salute. Il sistema delle megastrutture – politica che la Regione sta attuando – non funziona, come non funziona la diffusione capillare di strutture sanitarie…

Sul sociale, oltre dare una risposta ai problemi, vogliamo valutare in primis le persone. La fragilità individuale deve essere considerata come un aspetto della dignità personale.

A noi interessa un progresso qualitativo anche a livello ambientale, con l’idea di andare sempre più verso un mondo sostenibile.

Noi vogliamo socializzare e restituire diritti.

Ritornando un attimo sul concetto della dispersione dei voti: per noi non ve ne sarà, perché c’è una legge elettorale proporzionale. Non si può andare avanti con l’idea del votare il <<meno peggio>>. Continuare a cavalcare questo concetto alimenta i voti dati senza coscienza. Noi vogliamo che gli elettori tornino ad essere cittadini.”

Vincenzo Castelli ha chiuso l’incontro raccontando un po’ della sua vita e delle sue esperienze vissute in America Latina.  Di come sia  inquieto per la manipolazione a cui sono sottoposte quotidianamente le persone. Questa vessazione gli crea un disagio enorme. Vede un clima di nefandezze nei confronti di  tutti, soprattutto verso gli ultimi. La gente comune che riesce a parlar male di persone come loro. Secondo la sua visione siamo in periodo di paradossi, i nostri avi sono stati dei migranti ed ora ce la prendiamo con loro. Ha avuto la possibilità, girando il mondo, di rendersi conto di come – noi, italiani – siamo cittadini del mondo. Ha citato un report dell’ Ispi, il dato che è emerso vede 200.000 irregolari causati dai due decreti sicurezza. Questo aprirà le porte alla malavita perché questi irregolari non sono dei fantasmi e sono senza alcuna tutela.

Castelli narra che ci sono moltissime persone senza fissa dimora per le nostre strade, loro necessitano di una proposta dignitosa e sostenibile. L’ultimo appello lo ha rivolto al modo in cui sono stati usati i fondi europei della Regione, in un piano 2014-2020 metà di quei soldi sono rimasti inutilizzati… Il tutto fatto cercando di recuperare quello “spirito di convivialità” che avevano i nostri nonni e che oggi sembra essere del tutto scomparso.

 

Print Friendly, PDF & Email

Articolo Precedente

Minoranza ai ferri corti: «Questo comune non è mai caduto così in basso»

Articolo Successivo

Piunti: «Le varianti? Ai privati chiederò anche opere aggiuntive»