Dissesto Provincia, pubblicato l’avviso di rilevazione della massa passiva
Dehors, Confesercenti non molla. Assenti ha presentato le modifiche al regolamento
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Confesercenti ha protocollato nel Municipio di viale De Gasperi la proposta di modifica al regolamento per l’occupazione del suolo pubblico. La bozza del regolamento, illustrata dai tecnici del Comune in commissione urbanistica e bilancio, è ritenuta eccessivamente penalizzante per i bar e ristoranti dislocati al Paese Alto e al centro. La bozza prevede lo smantellamento dei gazebo o dehors e delle pedane, oltre a 18 mesi per adeguarsi alle nuove norme. Ma Confesercenti non ci sta e chiede di apportare correzioni, rimanendo fedele ai dettami della Soprintendenza.
“Come già ampiamente argomentato nell’incontro del 23.04.18 – scrive il presidente di Confesercenti provinciale Sandro Assenti – la proposta di regolamento redatta dalla commissione consiliare congiunta, pur se basata sull’indirizzo della competente Sovrintendenza in ossequio alla normativa di specie, appare palesemente penalizzante per le attività commerciali investite da tale regolamentazione soprattutto se riferita ai parametri di cui al vigente regolamento”.
Continua Assenti: “Ciò detto appare necessario, al fine di tutelare gli interessi delle attività commerciali che sono direttamente connessi agli interessi della cittadinanza, valutare e recepire da parte dell’organo comunale preposto le successive proposte di modifica che, comunque, rispettano l’indirizzo di cui alla legislazione de qua e della Sovrintendenza competente. Sotto tale profilo si ribadisce come le imposizioni tecniche ipotizzate nella bozza del nuovo regolamento, che prevedono lo smantellamento dei gazebo nelle zone centrali a differenza di altre realtà limitrofe, dove tali strutture sono previste, non costituiscono un semplice adeguamento così come chiosato dall’organo comunale; determinando, de facto, la chiusura immediata di pubblici esercizi insistenti nell’area DA1 e lo svilimento di ulteriori pubblici esercizi ubicati nelle altre aree cittadine; detto probabile scenario comporterà nel breve-medio periodo non solo la perdita di posti di lavoro e di gettito contributivo in favore della casse comunali ma anche la depauperazione della popolazione locale nonché dell’afflusso turistico atteso che la città di San Benedetto del Tronto non è città d’arte (come il capoluogo di Provincia) ma meta di intrattenimento in conseguenza delle bellezze naturali ivi esistenti”.
Insiste Assenti: “Ulteriormente connessa è la non trascurabile problematica della “movida molesta” che, ictu oculi, si manifesta nelle adiacenze di locali che non hanno appendici esterne perimetrate; ciò contrariamente a quanto avviene negli esercizi commerciali che si sono dotati di spazi esterni a perimetro chiuso. In tale ultima situazione, infatti, la clientela viene aggregata e circoscritta in maniera tale da evitare la dispersione nella pubblica via; viceversa l’abolizione dei dehors chiusi in uno con la drastica diminuzione dello spazio esterno concedibile comporteranno che le attività superstiti non potranno contrastare e/o limitare la detta dispersione nelle pubbliche vie anche densamente popolate. Ulteriormente rilevanti sono quegli aspetti di socialità e servizio che connessi alla capacità imprenditoriale hanno portato a far rivivere il centro cittadino nel periodo invernale; donando a San Benedetto del Tronto una connotazione più ampia che non è solo legata al lungomare o al periodo estivo. Anche sotto tale profilo le limitazioni imposte dalla bozza del nuovo regolamento comporteranno una dislocazione delle attività anche fuori dalla città di San Benedetto del Tronto ove la enogastronomia, la movida ed i servizi connessi potranno trovare gli spazi di cui hanno bisogno”. Ancora Assenti: “L’organo cittadino governante nell’avere a cuore il bene cittadino deve necessariamente tener conto delle esigenze della categoria degli esercenti che con le loro creatività offrono un servizio alla cittadinanza tutta; attirando clientela anche dalle città limitrofe durante tutto l’anno, soprattutto nei mesi invernali. Da ultimo si evidenzia come i parametri del nuovo regolamento non abbiano in alcun modo tenuto conto dell’oggettiva conformazione delle pubbliche vie cittadine in relazione alla pavimentazione esistente ed alla dimensione dei marciapiedi e degli stalli di sosta; ciò sia in applicazione dei limiti ipotizzati che di quelli di cui alle successive proposte di modifica”.
Vediamo le proposte di modifica:
Art. 3 – PEDANE
Comma 7) Al fine di superare i problemi connessi a dislivelli o ad irregolarità di terreni o pavimentazioni ovvero per rendere complanari le superfici dei pubblici esercizi con le pertinenze esterne, si chiede di poter inserire l’uso delle pedane anche nella categoria DA1. In ogni caso le pedane dovranno essere accessibili (L. 13/89) ai diversamente abili e le eventuali rampe necessarie a rispettare tale obbligo rientrerebbero nella superficie massima di area pubblica occupabile; oltre a mitigare i dislivelli eccessivi tra l’interno dei singoli locali e lo spazio pubblico.
2. Art. 6 – TIPOLOGIA DEHORS
Prevedere la possibilità di installare dehors semi-aperti anche nelle categorie DA1 e DA2; con facoltà dell’Ente di indicare tassativamente la tipologia di arredo perimetrale da utilizzare per realizzarli.
3 Art. 7 – DIMENSIONI DEHORS
comma 1): si chiede di aumentare i parametri che influenzano le dimensioni delle occupazioni di suolo pubblico:
Sup. Max del dehors pari al 80% della SUL
con un limite max di 80 mq per (dehors semiaperti)
con un limite max di 100 mq per (dehors aperti)
* in ogni caso a ciascun locale è garantito un minimo di 20 mq.
Si chiede inoltre di poter utilizzare, per il calcolo della superficie oggetto di dehors, la superficie (SUL) totale dell’intera attività comprensiva sia del piano terra che dei piani superiori.
Comma 2): per le attività ubicate sulle intersezioni, si chiede che il fronte di occupazione con i dehors possa essere previsto “per ciascun fronte dell’attività”.
Comma 4): si chiede di poter estendere la profondità massima dei dehors fino a 6,00 mt ovvero 7,00 mt in caso siano presenti arbusti e/o arredi; ciò anche nel caso in cui, per la particolare conformazione della strada e dei marciapiedi o la presenza di arbusti, aiuole o elementi di arredo urbano, l’occupazione di suolo pubblico debba posizionarsi non in aderenza al fabbricato ove è posta l’attività.
Comma 5): si chiede di poter portare a 90 cm lo spazio praticabile sui marciapiedi.
comma 10): si chiede di poter togliere l’intero comma (installazione dei dehors sui stalli di sosta), come del resto previsto dall’attuale regolamento.
4 Art. 8 – CARATTERISTICHE DEGLI ARREDI
MATERIALI: rendere più flessibile l’abaco dei colori ed aggiungere il colore nero.
5 Art. 18 – DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Comma 2): Si chiede un adeguato periodo transitorio, necessario per poter ammortizzare gli investimenti (gazebi, arredi quali tavoli e sedie, impianti maggiorati in funzione del maggior spazio esterno, servizi w.c., personale dipendente etc.), a chi è in possesso di regolare Autorizzazione ed adeguare l’andamento commerciale delle attività al nuovo regolamento.
Proroga di 5 anni a partire dall’approvazione del nuovo regolamento 2018 periodo nel quale le attività progressivamente si adegueranno al nuovo piano con possibilità di ammortizzare e smaltire gli investimenti effettuati in conformità all’attuale regolamento.
Inoltre si chiede di aggiungere:
Differenziazione tra i dehors su vie e/o piazze ovvero su aree verdi; mantenendo nelle aree verdi i parametri vigenti; Riduzione della tariffa OSAP viste le restrizioni del nuovo regolamento.
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