«Cresciuto in Belgio e tornato per la Samb», la storia del talento Panaioli

Panaioli

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ai microfoni ufficiali rossoblù si è presentato Lorenzo Panaioli, giovane centrocampista rossoblù alla sua seconda stagione con la maglia della Samb:

«Ho iniziato a giocare a calcio all’età di 7 anni in Belgio, mio padre si era trasferito lì per lavoro e io, mia madre e mia sorella lo abbiamo seguito. Poi il ritorno a Roma e dopo l’esperienza con due società dilettantistiche del posto sono andato alla Primavera del Perugia. Lì ho trascorso un anno e mezzo per poi approdare al Torino primavera nel gennaio 2018. Con i granata abbiamo vinto la Coppa Italia ed è stata una bella soddisfazione».

Poi nell’estate 2018 la chiamata della Samb e il classe 1999 inizia a misurarsi per la prima volta con il calcio “dei grandi”.

«È stata una bella emozione, certo dalla Primavera alla prima squadra cambiano tante cose. Sapevo che non era facile trovare da subito molto spazio: questa è una piazza importante ed esigente e noi giovani dobbiamo solo pensare a lavorare per migliorarci oggi giorno e ascoltare quello che l’allenatore ci dice, facendone tesoro. Devo dire che in questo gruppo, sia quest’anno che l’anno scorso, mi sono trovato benissimo e i “veterani” (parlo per esempio di Rapisarda, Miceli e Gelonese) mi hanno aiutato molto a inserirmi e mi danno sempre preziosi consigli. Credo che in uno spogliatoio così ci siano tutti i presupposti per crescere. Ho un ottimo rapporto anche con i nuovi arrivati quest’anno. Mi dispiace solo per la partenza di Simone Brunetti, al quale sono legato da una lunga amicizia: abbiamo giocato insieme da piccolini e uscivamo insieme (è romano anche lui). Ci sentiamo comunque ogni giorno, l’amicizia è una cosa che va oltre e rimane per sempre».

E quando, nell’ultima parte di stagione, tutto lasciava pensare a un minutaggio più alto per il classe 99, è arrivato lo stop del campionato.

«Purtroppo sì. Ero in fiducia e avvertivo anche quella del mister. Atleticamente stavo molto bene, ma è andata così. Se si tornerà a giocare? Non lo so, sinceramente, penso sia molto difficile. Ci sono dei protocolli sanitari che in C saranno difficili da attuare, poi dopo tanto tempo di stop ci sarà bisogno di rifare una preparazione nei tempi necessari, vedremo che succederà».

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