Crederci sempre, mollare mai: questo è lo spirito giusto
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Ascoli-Latina 2-2. Cesena-Ascoli 2-2.
Stesso risultato, sempre un punto in classifica. Ma umori diametralmente opposti per come arrivato.
Nel recupero del match contro i nerazzurri al Del Duca i tifosi avevano fischiato la squadra al triplice fischio. Dopo essere stati avanti 2-0 e aver chiuso addirittura in 11 contro 9, tra le mura amiche si era riusciti nell’impresa di far pareggiare gli avversari a tempo praticamente scaduto. Un punto in classifica dal sapore di amara sconfitta. Ieri identico risultato, sempre un punto in classifica. Ma un punto che sa di mezza vittoria. Perché arrivato in trasferta, contro un avversario con una rosa allestita per puntare alla serie A e quando già i tifosi romagnoli iniziavano a fare festa. La rete su rigore di Leo Perez al 95’ ha gelato il ‘Manuzzi’, facendo esplodere di gioia gli oltre 900 tifosi (inclusi gli accreditati) giunti dal Piceno.
Inutile parlare dei supporters ascolani. Come giocare in casa, sempre pronti a sostenere i ragazzi di mister Agliettti, altro esodo dopo quello di Terni. Ormai le parole sono finite, in serie B davvero pochissime squadre possono vantare una tifoseria del genere. Due parole bisogna spenderle invece sui ‘rivali’ del Cesena. Rivali in campo e sugli spalti, ma vicini al dolore delle popolazioni colpite dalla doppia emergenza neve e terremoto. Bellissimo lo striscione esposto prima del fischio d’inizio e lasciato in bella mostra per tutto l’arco della partita dai tifosi romagnoli: “Centro Italia. Basta parole, è ora di agire: RICOSTRUIRE”. L’applauso di tutto lo stadio, poi il minuto di silenzio per le vittime dell’hotel Rigopiano. Lo sport è anche questo.
Tornando al campo, numeri alla mano l’Ascoli potrebbe chiedere di disputare il resto del torneo in trasferta: 12 partite lontano da casa e 16 punti conquistati, solo il Carpi ha fatto meglio (17 punti). Portata a sette la striscia di risultati utili consecutivi, Picchio a quota 28 in classifica e a +3 sulla zona playout (con lo scontro salvezza con la Pro Vercelli da recuperare). Il pareggio strappato al ‘Manuzzi’ contro un avversario che – siamo certi – non avrà problemi a uscire fuori dalle zone rosse è oro. Ma aspetti sui quali lavorare ce ne sono: presi entrambi i gol sugli sviluppi di palla inattiva, con una difesa troppo lenta nell’allontanare la sfera e spazzarla senza troppi complimenti. Il Cesena ha messo sotto il Picchio nel primo tempo: giocate di prima e a memoria a centrocampo, con imbucate perfette a servire gli esterni che hanno creato non pochi grattacapi ai terzini dell’Ascoli. Meglio nella ripresa, col passaggio al centrocampo a 3 che ha permesso ai bianconeri (ieri in maglia gialla) di palleggiare meglio e avere un maggior possesso palla per imbastire la manovra. 2-2 finale, proprio come contro il Latina. Ma se il 10 dicembre scorso il Picchio aveva staccato la spina quando mancava ancora qualche secondo da giocare ed era tornato negli spogliatoi con la stessa rabbia e delusione che si ha dopo una sconfitta, ieri ai ragazzi di mister Aglietti va dato il merito di averci creduto fino alla fine. Anche quando (forse) già qualche tifoso ascolano si era rassegnato a tornare a casa senza punti.
Sbagliando si impara. Sbagliando si cresce. Altro punticino messo in cascina, ora testa alla trasferta con la Spal prima di tre (Trapani, Vicenza e Pisa) – forse quattro (eventuale recupero con la Pro Vercelli) – scontri diretti fondamentali per la salvezza. Gare che diranno davvero quale sarà il percorso del Picchio da qui a maggio: se i bianconeri dovranno sudarsi la permanenza in B fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata o se invece si potrà arrivare a un rush finale di stagione con un po’ di tranquillità in più rispetto allo scorso anno.
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