Covid hotel, Antonini: ” Buona idea solo se su base volontaria”
ASCOLI – Uno degli argomenti al centro del dibattito sul tema dell’emergenza sanitaria è la possibilità di creare dei “Covid Hotel” ovvero delle strutture che possano ospitare pazienti positivi non gravi per isolarli dalle proprie famiglie ed evitare il propagarsi del contagio.
« Penso che se si scelga volontariamente di mettersi in una situazione del genere ed isolarsi invece che rimanere a casa, è una questione che mi trova d’accordo, altrimenti se il positivo trattato come un lebbroso e messo in questa struttura a prescindere, la cosa mi lascia alquanto dubbioso » spiega il consigliere regionale della Lega Andrea Antonini, « Immaginare delle persone spostate dall’habitat familiare e isolate, anche se la questione è essenziale per evitare il diffondersi del contagio, mi fa un pò paura» dice.
«Una persona ha bisogno di una presenza, anche se non fisica, di un familiare che possa stargli anche virtualmente vicino» spiega « Non sono contrario a priori, ma bisogna capire anche se si è in possesso di una casa che può essere gestita senza problema, vivere sotto lo stesso tetto prendendo le giuste precauzioni e non infettarsi. E’ una questione sulla quale comunque dovrei riflettere» spiega « Bisognerebbe valutare anche la questione del personale medico che sta scarseggiando e che si dovrebbe utilizzare in queste strutture. I dubbi ci sarebbero solo dal punto di vista organizzativo, non certo su quello medico» conclude Antonini.
«Attualmente a disposizione abbiamo solo il distanziamento interpersonale, l’uso della mascherina e il lavaggio delle mani per combattere il Coronavirus e queste sono le uniche armi che possono contenere la situazione che attualmente è molto difficile» dice il direttore del Dipartimento di Igiene e prevenzione di Area Vasta 5 Claudio Angelini, « Bisogna evitare il sovrapporsi dei due virus (influenzale e Sars Cov 2, ndr) altrimenti, altrimenti la situazione sarebbe devastante». A breve, nel Dipartimento guidato dal Dottor Angelini, arriveranno altre tre figure che aiuteranno nell’analisi del cosiddetto “contact tracing”.
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