Coronavirus, le proposte di Italia Viva per la didattica

“La scuola in questo momento di difficoltà e di crisi assume un ruolo fondamentale per la comunità di docenti, alunni e personale scolastico che vedono stravolte le loro abitudini e il loro modo di vivere e socializzare; attraverso la DAD intende mantenere una relazione tra i vari attori condividendo difficoltà, preoccupazioni e speranze per il futuro. La più rilevante motivazione è quella di stimolare un processo di apprendimento più creativo e interessante, aprendo anche alla dimensione ludica. L’esigenza di mantenere vivo il contatto tra docenti e discenti assume una rilevanza sociale ancor prima che didattica e l’interazione anche a distanza, assicura di accompagnare anche emotivamente ed affettivamente la comunità scolastica tutta” Lo dice la coordinatrice provinciale di Italia Viva Maria Stella Origlia che fa parte di un gruppo di lavoro insieme a Emanuela Spadaro, docente scuola superiore in  pensione  di S. Benedetto, Luigi De Angelis docente di Folignano, Cinzia Quagliarini docente di S.Benedetto, Elena Cantalamessa docente di Monteprandone, Alfiera Carminucci docente in pensione di San Benedetto, Lenina Donini di Cagli e Wais Ripa di Fermo.

“Tale occasione, risulta essere una vera opportunità per tutti, docenti e discenti, finalmente mirata all’implementazione di una didattica per livelli di apprendimento e per classi virtuali aperte, dove il processo stesso di apprendimento può diventare significativo, utilizzabile anche in tempi normali. Sicuramente la tipologia di didattica erogata a distanza permette di personalizzare ed individualizzare le proposte formative grazie alle modalità flessibili offerte dagli strumenti utilizzati: tali modalità ottemperano altresì al dettato indicato dall’inclusione scolastica” dice.

“Le scuole, a tutti i livelli, si sono dimostrate capaci di reagire con creatività, organizzandosi nel modo più utile per coinvolgere i propri studenti, cercando metodi diversi per adattare alla situazione di emergenza quella che ieri era considerato di routine, adottando comportamenti che tentano di conciliare prassi consolidate con i nuovi bisogni”

“Per quanto concerne il segmento di istruzione del primo ciclo, la DAD ha ovviamente registrato un impatto particolare dovuto all’età degli alunni, non autonomi nella gestione delle strumentazioni tecnologiche per l’interazione docente-alunno e non autonomo nelle abilità di individuazione e ricerca dei materiali trasmessi, se non supportati dalle famiglie, anch’esse gravate dalla gestione di più figli in età scolare e talvolta da impegni lavorativi in remoto” prosegue l’esponente Iv

“I ragazzi del secondo ciclo, al contrario, hanno evidenziato maggiormente problematiche relative al possesso di tali strumentazioni e alle non sempre ottimali condizioni di connessione, che non problemi inerenti alla mera fruizione della didattica a distanza. Inoltre, nonostante l’erogazione di fondi destinati all’implementazione degli strumenti tecnologici e delle piattaforme messe a disposizione dal Miur, ancora un discreto numero di studenti in alcune aree geografiche italiane non è in possesso della strumentazione necessaria e non è raggiunto da un collegamento adeguato a causa della scarsa funzionalità della rete internet”

“In accompagnamento alle indicazioni per una DAD, il Miur ha emesso alcune note (la 279 e la 338): quest’ultima in particolare riprende ed amplia la riflessione puntando sulla valutazione formativa che indichi la scuola più come ambiente di apprendimento che punta sulla progettazione inclusiva e per competenze e non come luogo di giudizio. La valutazione quindi intesa quale rilevazione del progresso di apprendimento e non come finalità del sistema”

“Proprio perché la DAD è un’opportunità, perché abbia successo, presuppone, da parte del docente, sia un’adesione convinta al cambiamento, sia l’utilizzo del metodo di lavoro per livelli di apprendimento e per competenze (metacognizione); diversamente la stessa DAD sarà fonte di difficoltà e di frustrazione per il docente, forse meno per il discente”

“La stagione che ha più influito negativamente sul contesto pedagogico e strutturale della scuola, a tutti i livelli, è stata quella in cui abbiamo assistito al riordino Gelmini che, oltre a decurtare ben 8 mld di euro al settore scolastico, è intervenuta pesantemente sugli assetti curricolari ed ha azzerato una serie di riforme e sperimentazioni che avevano al contrario portato la scuola italiana a livelli competitivi in ambito internazionale (vedasi indagini OCSE-PISA scuola primaria in primis). Per rimanere in tempi più vicini, sarebbe andata molto diversamente se gli insegnanti non avessero rifiutato in modo pregiudiziale le proposte della “buona scuola” di Renzi” dice Origlia.

“Le proposte che avanziamo:

valorizzazione delle esperienze maturate con la DAD, anche in forza delle indicazioni già contenute nella L. 107 in ordine al PNSD; potenziamento mirato per docenti esperti, appositamente formati, di supporto o in aggiunta ai già previsti animatori digitali; rivisitazione del sistema della valutazione degli apprendimenti attualmente normato e regolato dal dpr 122/09 e dlgs 62/2017, fra i più incisivi, considerando di inquadrare la valutazione, almeno nel primo ciclo di istruzione, in ottica descrittiva (per competenze) e non docimologica (voti numerici); nel secondo ciclo e negli istituti superiori valutazione mista (per competenze e docimologica).

Riduzione delle materie di studio negli istituti professionali di stato, che attualmente hanno il doppio delle materie rispetto ai licei classici e scientifici; profonda modifica degli organi collegiali, ormai superati e spesso inutili; formazione obbligatoria specifica per gli insegnanti rispetto al metodo di lavoro per gruppi di livello e competenze con valutazione “sul campo”;

Costituzione di un middle management organizzativo; organizzazione strutturale e permanente della DAD, in ottica di modernizzazione del servizio di istruzione, anche in considerazione delle disabilità e dei BES presenti nella comunità scolastica;

Migliore distribuzione dei fondi destinati alle Istituzioni Scolastiche in considerazione che circa il 30% della popolazione, concentrata soprattutto in particolari zone geografiche, è a tutt’oggi sprovvista della strumentazione utile per fruire della DAD (aree disagiate, aree del cratere sismico, zone montane) e cablatura internet su tutto il territorio nazionale.

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