Coronavirus, i Commercialisti: “Rimandate le scadenze del 16 marzo ma ci aspettiamo di più”

ASCOLI – Nonostante l’espansione pandemica del coronavirus non tutte le attività imprenditoriali e professionali si sono a fermate.    I vari decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che si sono succeduti in questi ultimi giorni hanno portato, man mano, alla chiusura di molte attività di commercio al dettaglio lasciando invece aperte la maggior parte di quelle produttive e soprattutto quelle professionali.

Il decreto ha incentivato, per non dire obbligato, tutte le attività, ove consentito, ad adottare strumenti di lavoro a distanza, quello che oltremanica viene chiamato Smart working. Questa situazione di gravissima difficoltà economica occorre in un momento assai delicato anche per i numerosi adempimenti fiscali tributari e contributivi che scadono in questo periodo.

Molte imprese e molti professionisti sono impossibilitati a far fronte a questa scadenza sia per motivi strettamente economici che per quelli organizzativi essendo molte aziende chiuse

Abbiamo sentito a tal proposito il Presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Ascoli Piceno Carlo Cantalamessa al quale abbiamo chiesto quali siano le difficoltà maggiori per aziende e professionisti.

“Il momento è delicatissimo perché accanto ai noti problemi di carattere sanitario si aggiungono quelli economici. I Commercialisti italiani per mezzo del presidente nazionale Miani e del Vicepresidente, il nostro amico e corregionale Giorgio Luchetta, hanno effettuato un vero e proprio pressing nei confronti del ministro dell’economia Gualtieri per intervenire sulle scadenze fiscali di questo periodo (soprattutto quelle del 16 marzo che coinvolgono IVA ritenute contributi n.d.R.) Tutto questo perché i commercialisti, da sempre utili al paese, sanno perfettamente che da un lato le imprese sono letteralmente al collasso e dall’altro i professionisti, che devono assisterle, hanno la loro struttura ridotta fino al 80% a causa della chiusura” ha detto.

“Solo venerdì 12 in tarda serata è arrivato un comunicato stampa del Ministero dell’Economia che, pur privo dei crismi di legge, ha annunciato uno slittamento del termine del 16 marzo in attesa di un decreto legge che regoli in maniera organica ed esaustiva il nuovo calendario fiscale. Questo ci sembra un primo provvedimento da parte del governo centrale assolutamente necessario ma non ancora sufficiente. Ci auguriamo che accanto a quello ci sarà anche un aiuto economico concreto e massiccio a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi” prosegue.

“In tutto ciò auspichiamo un concreto aiuto anche da parte dell’Unione Europea e della BCE che finora poco hanno contribuito a dare sollievo al nostro paese. Vorremmo, come categoria professionale, ringraziare chi con grande spirito di solidarietà e non lesinando energie si sta adoperando in questo momento straordinario, a partire dai medici ed infermieri, in prima linea tutti i giorni. Dopo l’emergenza sanitaria ci sarà purtroppo, inevitabilmente, un’emergenza economica:noi saremo in prima linea, al fianco di imprese e lavoratori autonomi e vorremmo essere ascoltati poichè discuteremo di questioni che conosciamo” dice Cantalamessa.

“Occorrerà una grande coesione sociale in cui chi potrà, dovrà fare.Per quanto riguarda i problemi dei professionisti occorrerà una iniezione di liquidità perchè nel momento in cui ci sarà crisi di liquidità noi non incasseremo più. Quindi in questo ambito stiamo ragionando insieme a tutte le professioni per formulare altre proposte. Una di queste potrebbe essere eliminare o ridurre la ritenuta di acconto  attualmente del 20% che di fatto genera già oggi una perenne situazione di credito fiscale per molti professionisti” ha concluso.

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